Quante probabilità ci sono che un esperimento riesca, se non ci si crede abbastanza? Bisogna crederci, quando si parla di 5 per mille. Ogni anno scriviamo parole più o meno accorate e convincenti (non abbastanza, ahinoi!) per ottenere sulla dichiarazione dei redditi la famosa e decisiva firma che, a costo zero per il contribuente, permetterebbe al CoL di fare un’infinità di belle cose. Purtroppo però - malgrado il gruzzoletto conquistato (intorno ai 15.000 euro) sia di grande aiuto – restiamo costantemente al di sotto non dico dei meriti (questo non tocca a noi dirlo) e delle aspettative (sempre pericolose e disturbanti), ma soprattutto delle possibilità: se abbiamo - come abbiamo davvero! - migliaia di soci, lettori e amici come mai non riusciamo ad arrivare non dico a mille (fantascienza?), ma almeno a 700 firme? Quale o quali ingredienti mancano al nostro esperimento per farlo finalmente riuscire? Che cos’hanno di più credibile o interessante o addirittura allettante  altre realtà associative apparentemente più piccole (non occorre fare nomi) o settoriali, in qualche caso persino marginali per raggiungere obiettivi più consistenti? Per dirla  in termini psicologici la prevenzione (che è e sarà la nostra stella polare) forse non emoziona né coinvolge come altri argomenti. Malgrado sia  una strategia che può (come tutti riconoscono a parole e assai meno coi fatti) salvare milioni di vite  facendo risparmiare risorse e soprattutto sofferenze, non riesce ad affascinare e mobilitare le persone. Ci riescono la ricerca molecolare, le supertecnologie, le cure palliative (sacrosante), non ci riesce l’impegno quotidiano e coerente verso l’educazione alla salute, l’informazione sui rischi ambientali, la pratica della diagnosi precoce ecc. O semplicemente non siamo bravi noi a raccontare ciò che facciamo o a ricordare dove va messa la benedetta firma e scritto  il nostro codice fiscale 01390680997. Qualunque sia la risposta definitiva, resta il fatto che pensare il 5xmille come un esperimento può aiutare: ci sono tutti gli ingredienti, le motivazioni, gli obiettivi almeno nella nostra mente? Insomma, ancora una volta, invece di criticare quelli che firmano diversamente, non è meglio partire da noi? Vogliamo diventare, di questo esperimento, i  “reagenti” finalmente efficaci?

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