LA META’ PIENA...di Atticus
diagnosi precoce dei tumori, assistenza sanitaria, assistenza psicologica ai malati oncologici e ai loro famil

CoL Centro oncologico Ligure diagnosi precoce dei tumori, assistenza sanitaria, assistenza psicologica ai malati oncologici e ai loro famil LA META’ PIENA...di Atticus

LA META’ PIENA...di Atticus

QUELLA COSA LI’

Si chiama Franca e di cognome fa Di Blasio, ricordando un po’ quello del sindaco di New York. E davvero quel che è successo ricorda certi quartieri disperati di quella città, ambienti dove Woody Allen non mette mai piede. Solo che Franca insegna italiano e storia in un Istituto Professionale di Santa Maria a Vico, provincia di Caserta. Tutte le mattine fa 18 km per arrivarci, altrettanti per tornarsene a casa, a Montesarchio. Non si può dire che ami le comodità, a 54 anni. Quella brutta mattina vuole interrogare R., un adolescente apparentemente normale, un po’ svogliato, che rifiuta la prova e nemmeno gradisce la nota in condotta (Franca fa ancora di queste cose, è una prof all’antica). Dopo un battibecco il ragazzo si alza, allunga la mano sul volto di lei lasciando un taglio lungo dalla tempia al mento. Poi fugge buttando via il serramanico mentre lei rossa di sangue viene portata all’ospedale. Lui si fa più di 8 mesi di carcere minorile, poi il giudice lo affida in prova ai servizi sociali: funzionerà? Lei riceve decine di punti di sutura e una cicatrice che andrà rioperata chissà quante volte. Ora, però, è tornata al suo posto di lavoro, perché quello vuole fare, da sempre, insegnare: se non sai l’italiano, pensa lei, faticherai ad imparare come si usa anche una lima o un saldatore. Gli allievi l’hanno abbracciata, il mondo l’ha confortata, il Presidente l’ha nominata Cavaliere al merito della Repubblica. Anche se la sua vita è cambiata per sempre, ciò che conta, dice lei,  è aiutare i ragazzi a dare il meglio: sono accontentati in tutto, ma sono più fragili perché immersi in una società che corre confusamente e  le famiglie faticano, sono poco presenti. C’è tanto da fare, insomma. Guardando l’immagine qui sopra -  sintesi, credo, di responsabilità e orgoglio - viene da chiedersi a cosa servono le cicatrici, quando le ferite apparentemente smettono di sanguinare? A custodire i cattivi ricordi, certo, quei residui di astio che poco e male guariscono. Oppure no, qualche volta aiutano a capire, o a generare, incredibilmente, nuove possibilità. Anche una cicatrice, chissà come, può diventare davvero quella cosa lì, lievito?