L’ORIZZONTE A CUI GUARDARE

Fa piacere vedere un Presidente della Repubblica che per strada stringe le mani di persone normalissime come lui, semplicemente per affabilità e simpatia. Fa piacere vederlo sorridere senza secondi fini, come sempre si dovrebbe fare quando incontri qualcuno di caro. E gli italiani sono cari a Sergio Mattarella come lui è caro a loro, e sarebbe bello poterlo dire più spesso dentro le Istituzioni e fuori. Soprattutto fa piacere che il nostro Presidente – tra tanta confusione più o meno chiassosa - abbia le idee chiare e potenzialmente (parole sue!) contagiose. Ha inaugurato pochi giorni fa Trento Capitale europea e italiana della solidarietà 2024 spiegando con voce ferma il forte legame che esiste tra volontariato, Europa e solidarietà. La quale va intesa non solo in termini economici, ma anche sociali e politici. I valori della solidarietà, ha detto, sono pilastri della nostra civiltà. Le insufficienze dell’Europa, le carenze che vanno a scapito dei cittadini, dipendono il più delle volte proprio da un difetto di solidarietà. Si tratta di valori di cui avere cura e i volontari (“campioni di umanità”) ne sono portatori stando in prima linea ogni giorno. Bellissime le sue parole proprio sulla cultura della cura che è sempre più complessa, ma è indispensabile per costruire e difendere i beni comuni. Dal mondo del volontariato, ha sottolineato, “riceviamo quotidianamente spinte, idee, valori e sogni” che “non sono illusioni: sono l’orizzonte a cui guardano coloro che nutrono speranza, per vivere la realtà con passione e coltivare il desiderio di renderla più umana e più giusta.” Il testo completo del suo discorso lo trovate on line. Per chi ancora non avesse chiaro cosa bisogna intendere per “normalità” leggendolo potrà illuminarsi e farne tesoro, trovandone la definizione più bella e coerente. E senza bisogno - ecco il pregio maggiore – di citarla neanche una volta.