COME LEI

Prima si è laureata in Scienze Motorie, poi diplomata come mental coach (più avanti la spiegazione), a dicembre completerà la magistrale in Psicologia con tesi sulle dipendenze degli adolescenti, non proprio una passeggiata. Peccato che le passeggiate non possa farle Giorgia, così si chiama la nostra eroina (più avanti la spiegazione). Vive da anni sulla sedia a rotelle perché quando ne aveva nove le hanno diagnosticato una brutta malattia neurologica che toglie forza e coordinazione ai movimenti. Malattia progressiva e incurabile. In condizioni così una qualunque persona normale maledirebbe il destino e si chiuderebbe in se stessa tenendo lontano il mondo, bello o brutto che sia. Non così Giorgia che si è aperta uno studio nel suo paesotto vicino a Urbino per – udite udite! - aiutare gli altri a ritrovare fiducia in sé stessi. Se sei sfiduciato e demotivato nei confronti della vita che non ti ha dato questo e ti ha tolto quello (non diciamo così?), puoi andare da Giorgia la quale ti spiegherà - non come un filosofo stoico del III secolo a.C. ma come una ragazza di 25 anni perfettamente nostra contemporanea - che i desideri si possono realizzare nonostante gli ostacoli, anzi attraverso di essi, basta trovare vie alternative. Lei le ha trovate perché danzava, suonava il pianoforte e nuotava e poi quando la malattia s’è messa di traverso è diventata giudice di nuoto e si è messa a studiare non per sé, ma per aiutare gli altri. E ha scoperto gli audiolibri quando la lettura diventava difficile, nuotando davvero tra difficoltà di ogni sorta sapendo ogni volta trovare il buono e il bello tra una brutta ondata e l’altra. Come si diventa così? Imparando dai genitori? Quelli servono eccome, ma anche loro stanno imparando da lei. Forse per capire servirà guardare il film ispirato alla sua storia. Si intitola “Ancora volano le farfalle” e l’ha diretto Joseph Nenci non si sa con quali soldi, perché solo i pazzi - per fortuna ce ne sono -  s’innamorano di storie così. Uscirà, sembra, solo in poche città tra Marche e Toscana. Ma dobbiamo scovarlo. Mettercela tutta, accidenti. Mica possiamo – parlo per i maschiacci tipo me - farci battere da una femminuccia come lei. Giusto?