SOPRA E SOTTO

Passando sopra oppure sotto a quel ponte lì come vi sentite? Cosa provate? E’ bellissimo, lindo, slanciato il ponte nuovo che ha sostituito quello vecchio. Quello vecchio, il Morandi, è caduto il 14 agosto di cinque anni fa inghiottendo le vite di quarantatre innocenti. Quello nuovo, il San Giorgio, è stato costruito con procedure eccezionali seguendo il progetto semplice e geniale di Renzo Piano. In mezzo sono successe molte cose e molta rabbia si è aggiunta al dolore delle famiglie che sempre più sconsolate piangono le vittime. Ancora, infatti, non si è fatta giustizia perché la complessità dei dettagli è immensa come pure la responsabilità di amministratori e politici, specie quelli che a suo tempo appaltarono Autostrade a scellerati e a condizioni scellerate e ancora devono chiedere scusa, pur essendo – così dicono - uomini di fede e/o di progresso (memorabile la trasmissione di Report del su Rai 3). Quanto alla scaltrezza degli avvocati, poi, come sempre profumatamente pagati, i dettagli sono invece inutili. Eppure passando sopra o sotto quel ponte lì il cuore si apre, chissà perchè. Forse perché porta inscritta – così sembra – un’idea di futuro aperta e luminosa che quegli scellerati non intenderanno mai. E nemmeno possiederanno mai. Così dice matematicamente l’anagrafe, ma con la stessa spietata certezza – quali che siano i tempi dei codici e dei tribunali – anche la Morale e la Storia, entrambe da leggere e intendere con la maiuscola. La intendono bene, invece, così sembra o ci piace pensare, i bimbi che sotto il ponte finalmente – prima non c’era niente e i nostalgici se lo dimenticano -  giocano restituendo umanità e persino allegria alle cose. Hanno ragione loro. Ha ragione la vita. Qui nessuno vuole dimenticare, certo. Eppure qui ora, sopra e sotto, si vuole vivere.