BARBERSHOP di Atticus
diagnosi precoce dei tumori, assistenza sanitaria, assistenza psicologica ai malati oncologici e ai loro famil

CoL Centro oncologico Ligure diagnosi precoce dei tumori, assistenza sanitaria, assistenza psicologica ai malati oncologici e ai loro famil BARBERSHOP di Atticus

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AUGURI TANTI & TANTISSIMI GRAZIE

Fare festa si dovrebbe anche dopo una pandemia tremenda e interminabile, giusto? Nel maggio 2020 finito il primo lockdown vi ricordate la gioia collettiva e incontenibile sui balconi, nelle piazze? E ora? Per le strade a brindare, sorridere e ballare non si vede nessuno. Il fatto è che, malgrado l’emergenza virale sia terminata ovunque (anche l’OMS nei giorni scorsi ha detto basta, ufficialmente, grazie al cielo!) di emergenze ne sono arrivate altre a pioggia: inflazione, crisi climatiche, migrazioni epocali e guerre più spietate che mai. Sicchè la voglia di festeggiare è andata a farsi benedire, eccetto per quanti hanno visto crescere smodatamente profitti e potere alla faccia di tutto e di tutti. Eppure festa si dovrebbe farla insieme comunque e si dovrebbe essere in tanti per non ritrovarsi poi alla fine comunque insoddisfatti, magari affamati più di prima. E invece, dopo la pandemia, di festa neanche l’ombra. Forse persino più polemiche, rancore, inimicizia. Eppure molti dicevano di aver capito la lezione, di essere diventati dopo il Covid più socievoli e grati nei confronti del mondo. Sarà, intanto però – per dirne una - gli operatori sanitari che chiamavamo “angeli” e poi sono diventati “untori”, adesso chiamano spesso le forze dell’ordine per svolgere il loro lavoro nelle condizioni difficili di sempre, mentre i fondi per il SSN, se rapportati alla ricchezza del Paese, scendono stranamente, invece di salire, come ci aspettavamo, come la logica della prevenzione vorrebbe. Gli Enti del Terzo Settore, poi, che pure hanno fatto tantissimo nell’emergenza, sono costretti oggi a tagliare servizi o addirittura a chiudere baracca e burattini per carenza di volontari e di fondi.  Insomma si dovrebbe festeggiare, ma molti non ne hanno voglia, non ne vedono più il motivo. Che fare? Non abbiamo ricette magiche al CoL, né superpoteri, però festeggiare ci piace sempre e adesso che facciamo vent’anni anche di più. D’altra parte se duriamo da così tanto un segreto dovrà pur esserci, penserete, buono magari per superare persino questo triste post-Covid. In tutta sincerità questo possiamo dire:  non ci spaventano  il sudore o le responsabilità. Non urliamo né passiamo il tempo sbugiardando i cattivi non essendo noi perfettissimi. Piuttosto sappiamo  accontentarci di cose semplici, ma non poco importanti: festeggiare, appunto, il compleanno dell’associazione o di qualche volontario, la nascita di un nipotino o una vita salvata grazie alla diagnosi precoce (in vent’anni, però, ne abbiamo salvate tante). E poi ci piace l’amicizia (persino più dei vaccini) che significa stare insieme, collaborare, aiutarsi non solo nei giorni difficili, condividere una pizza ogni tanto, prendere in giro il Presidente per le sue piccole o grandi manie, sperare che quest’anno finalmente il cinque per mille sia una botta di culo. Non ci aspettiamo niente di straordinario, davvero, semmai ci piacerebbe fare qualcosa che gli assomiglia. Ma senza eroi né applausi, per carità, anche se il traguardo dei vent’anni non è poco. Meglio una stretta di mano. Prima, durante e dopo il Covid o quello che verrà, meglio un sorriso. Senza dimenticare – ci mancherebbe altro -  gli auguri, tanti e i grazie, tantissimi!