INTORNO A NOI di Gulliver
diagnosi precoce dei tumori, assistenza sanitaria, assistenza psicologica ai malati oncologici e ai loro famil

CoL Centro oncologico Ligure diagnosi precoce dei tumori, assistenza sanitaria, assistenza psicologica ai malati oncologici e ai loro famil INTORNO A NOI di Gulliver

INTORNO A NOI di Gulliver

MEGLIO ANCORA

Alla fine arriva il momento che si deve piangere. Non bastano più le parole e i bei ragionamenti. Le lacrime scendono silenziose e vanno dove devono andare. Sul cuore, sui ricordi che non sappiamo vincere o che ci piace accarezzare, sui nodi che dentro di noi non riusciamo a sciogliere. Nella vita succede e non è una sfortuna, tante volte, ma un momento di verità e forse di bellezza. Quante donne ho visto piangere dopo una diagnosi di tumore o durante una chemioterapia o per lo scampato pericolo che è stato superato grazie a medicine e persone in qualche modo  magiche e senza la famosa bacchetta? Ci ho pensato guardando Rosanna Banfi, figlia del famoso attore e attrice lei stessa, piangere sabato 22 ottobre a “Ballando con le stelle”. Si è buttata anche lei nella giostra divertente della RAI dove una volta l’anno personaggi dello spettacolo o dello sport si sfidano saltellando con alterne fortune per giocare o mettersi alla prova o addirittura guarire – se possibile - dalle brutte cose della vita. Lei ha conosciuto il tumore ed è guarita, ma la ferita tant’è se la porta dentro e ne vuole parlare, anche davanti a milioni di persone, magari per aiutare – se possibile - qualche altra donna. Sentimento bellissimo, ma difficile da gestire. Così le lacrime alla fine sbucano dai suoi occhi così espressivi e si mescolano ai passi di danza che il ballerino e coreografo Simone Casula (che fa coppia con lei) per lei s’è inventato, volendo raccontare una storia di dolore e in qualche modo lenirla. Il risultato è emozionante. Piange anche lui che ha creato passi, figure e carezze di grande suggestione e poesia, piange Carolyn Smith che guida la giuria, piange Milly Carlucci che con stile sapiente presenta lo spettacolo e piangono tutti in studio. E chissà quanti piangono a casa, sul divano o sotto le lenzuola. Un pezzo non piccolo di questa Italia strana e imprevedibile, di destra e di sinistra, che vorresti strapazzare e coccolare a seconda dei momenti, si ritrova unita in un sentimento così umano, tenero e solidale. Poi le lacrime passano perché così deve essere. Ci sono gli applausi, i commenti, le votazioni e persino i buoni proponimenti. Dopo la danza, le lacrime e le parole, ora ci vorrebbero i fatti,  preceduti – se possibile -  da qualche serena riflessione sulla Sanità pubblica, sulla cattiva programmazione, sugli investimenti che mancano e persino – ma qui la poesia va a farsi friggere tutta quanta - su quelli che le tasse non le pagano lasciando agli altri l’incombenza: piangono con noi e va bene,  ma solo il sabato sera. E questo non basta, si sa, se le lacrime vogliamo asciugarle. O, meglio ancora - anche se  (va a capire perché) emoziona un po’ meno - anticiparle.