LA METÀ PIENA di Atticus
diagnosi precoce dei tumori, assistenza sanitaria, assistenza psicologica ai malati oncologici e ai loro famil

CoL Centro oncologico Ligure diagnosi precoce dei tumori, assistenza sanitaria, assistenza psicologica ai malati oncologici e ai loro famil LA METÀ PIENA di Atticus

LA METÀ PIENA di Atticus

E VOI?

Che tipo di rapporto abbiamo, personalmente, con le mascherine? Ce n’è per tutti i gusti, direbbe mia nonna. C’è chi le detesta considerandole né più né meno che un bavaglio, un attentato alla libertà: per costoro il Coronavirus è un’invenzione delle Multinazionali o tutt’al più un fuocherello ingigantito dai giornali che si spegnerà da solo, mentre le morti sono state di certo causate da precedenti malattie ben più importanti. Alla fine i “negazionisti” (così vengono chiamati) rifiutando la mascherina rifiutano “la dittatura sanitaria (sic!) di un governo criminale”: invece che alla scienza credono alla fantascienza?  Altri invece delle mascherine non possono fare a meno, indossandole sempre e comunque, anche quando nessuno glielo chiede o glielo impone: paura, ossessione o fede? Quale che sia la ragione, guai se per strada ti avvicini a meno di cinque metri, saltano giù dal marciapiede rischiando di essere falciati (è già successo) da macchine o moto, oppure ti guardano in cagnesco quasi avessi il virus sotto braccio pronto a infettarli vigliaccamente; qualcuno di loro probabilmente ci va anche a letto con la mascherina, il che è tutto dire. Le varianti fra questi due estremi non si contano: c’è chi la mascherina se la tiene sotto il mento per figura,  o attorno al braccio per decoro oppure si diverte agitandola come spauracchio o gioco di prestigio; c’è chi la tocca, l’accarezza, la sposta, la spiegazza in tutti modi dimenticando le norme igieniche e financo  il buon senso; c’è chi la scorda sempre o non ricorda dove l’ha lasciata dovendo recuperarne una qualsiasi al più presto; c’è chi l’appoggia qui o là oppure dovunque capita  e confonde addirittura la sua con quella di altri con effetto panico o risata collettiva; c’è chi non la dimentica mai ma la usa nervosamente, scocciatamente o irosamente come se qualcuno (il mondo, il destino, il virus stesso) ce l’avesse con lei o con lui. C’è chi usa mascherine d’ogni tipo, chi solo quelle di una foggia particolare perché più sicure o confortevoli o economiche, chi se le fa fare su misura, chi con la bandiera italiana o i colori della squadra del cuore, chi coloratissima e chi nera nera come la pece o la nostalgia o semplicemente il cattivo umore. I più simpatici sono quelli che sulla mascherina vogliono personaggi dei cartoni animati o dive di Hollywood o campioni dello sport. Poi ci sono quelle che la mascherina la vogliono sexy oppure di foggia originale per attirare sguardi incuriositi oppure ci scrivono sopra frasi famose, ridicole o addirittura birbantelle. Insomma ce n’è di tutti i tipi. Poi per fortuna – lasciatemelo dire - ci sono anche i volontari del CoL che le usano normalmente come dev’essere, per proteggere gli altri e se stessi, senza alcun nervosismo, quasi come niente fosse, come una saggia abitudine, nulla di tragico o trascendentale, solo preoccupandosi che la sottile barriera davanti alla bocca non ostacoli la comprensione delle parole dette (appuntamenti, indicazioni, precisazioni ecc.). E voi, come la portate voi la mascherina? Come dite? In modo del tutto normale, responsabile e giudizioso? Beh, se è così, assomigliate già ai nostri volontari: cosa aspettate a venire al CoL per diventarlo anche voi, a tutti gli effetti?