LA META’ PIENA di Atticus
diagnosi precoce dei tumori, assistenza sanitaria, assistenza psicologica ai malati oncologici e ai loro famil

CoL Centro oncologico Ligure diagnosi precoce dei tumori, assistenza sanitaria, assistenza psicologica ai malati oncologici e ai loro famil LA META’ PIENA di Atticus

LA META’ PIENA di Atticus

SALVARE IL SSN: MISSION IMPOSSIBLE? 

Sarà possibile salvare il Sistema Sanitario Nazionale (SSN)? Se lo chiede senza mezzi termini nel suo ultimo libro “La battaglia per la Salute” Walter Ricciardi, già Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, uno degli esperti più autorevoli in Italia. In un centinaio di pagine dense e ben documentate riassume i problemi in campo e propone alcune soluzioni che non sono né facili da realizzare né indolori da sopportare: un po’ di numeri, per forza, ma zero retorica, zero banalità populiste.  Nessuno si ricorda com’era una volta la Sanità nel nostro Paese (memoria cortissima, la nostra), ma è nel 1978 che s’inaugura in Italia un sistema sanitario pubblico, ispirato a quello inglese nato nel Dopoguerra, universalistico (cioè equo e solidale) e finanziato con le tasse:  nel giro di pochi anni ci ha portato ai vertici della sanità mondiale. Non c’è spazio per riassumere i successi raggiunti, malgrado i ritocchi non sempre impeccabili, basti dire che la mortalità materno-infantile è tra le più basse al mondo mentre l’aspettativa di vita è tra le più alte. Poi piano piano sono venuti a galla un bel po’ di problemi, aggravati e accelerati con la grande crisi del 2007 dentro la quale nuotiamo malamente tuttora. Le responsabilità non sono di questo o di quello, ma un po’ di tutti e Ricciardi le descrive con penna sicura: i costi e la complessità crescenti di una Sanità finanziata sempre meno dallo Stato e sempre più direttamente  dai cittadini, a fronte di una popolazione sempre più anziana e ammalata di malattie croniche che costano tanto e guariscono poco; la politica incompetente e incapace di prevedere e programmare, eppure  invadente e corrotta; il personale medico sempre più demotivato e poco reattivo rispetto ai cambiamenti demografici e epidemiologici che richiederebbero ben altro protagonismo e sensibilità; i cittadini poco interessati (non basta dire “poco informati” nel mondo iperconnesso di Internet), e neppure consapevoli o attenti rispetto alle scelte di prevenzione sempre più necessarie. E le soluzioni? Ci sono, o meglio ci sarebbero, ma richiedono rigore e non facili slogan. Occorrono più studio, più onestà e più coraggio. Per brevità mi limito a riportare quello che Riccardi sottolinea più volte: occorre spendere meno per le cure (sempre più tecnologiche e, si dice,  “personalizzate”) e investire di più nella prevenzione e nella promozione della salute (“occorre realizzare concretamente un Piano Nazionale della Prevenzione”). Tutti dovrebbero sapere che  un sacco di gente finisce al Pronto Soccorso perché per anni mangia male, beve troppo, fuma  e non fa la benchè minima attività fisica: com’è possibile aiutarla? Un discorso del genere, capite bene, è il meno popolare che si possa fare in momenti di crisi. Peccato solo che Ricciardi trascuri il ruolo crescente che svolge il Volontariato e il Terzo Settore. Tocca a noi, evidentemente,  farglielo sapere.