LA META’ PIENA di Atticus
diagnosi precoce dei tumori, assistenza sanitaria, assistenza psicologica ai malati oncologici e ai loro famil

CoL Centro oncologico Ligure diagnosi precoce dei tumori, assistenza sanitaria, assistenza psicologica ai malati oncologici e ai loro famil LA META’ PIENA di Atticus

LA META’ PIENA di Atticus

TUTTO LI’

Si tratta solo di architettare le cose bene, tutto lì. “Sarà un’opera bella, semplice, ma non banale. E, soprattutto, fatta per durare”. Così ha detto Renzo Piano, mostro sacro dell’architettura internazionale, parlando del ponte che sostituirà il Morandi, quello che non c’è più. Avrà solidità e semplicità e – ha premesso-  sarà bello, intendendo che la bellezza non è un orpello. L’avessero chiesto a uno di noi (che nella vita fa tutt’altro), magari avrebbe risposto ripetendo solido e semplice, ma bello, forse, l’avrebbe tralasciato. Per quale motivo, invece, gli architetti  di solito dalla bellezza sono ossessionati? Solo per far parlare di sé? Per finire sui libri di storia? Per battere tutti in originalità? Per molti la bellezza, per quanto preferibile, è un di più: può esserci come no, fa piacere, ma non è indispensabile. Certe volte, sembra quasi un trucco per distogliere dalle magagne e dalle truffe, come certe auto o certi arredamenti che puntano moltissimo sull’aspetto (verniciature, fogge, accessori ecc.) per poi fregarti su qualità e durata. Invece la bellezza – che ha indubbiamente molte forme - è un concetto essenziale, molto serio, anche se delicato, da trattare con prudenza e onestà. A difesa di Renzo Piano e della sua idea di bellezza è intervenuto sul Secolo XIX Maurizio Maggiani, lo scrittore, che ne ha elogiato, infatti, non solo l’ingegno, ma soprattutto la rettitudine, la misura: pochi come Piano - ha sottolineato - possono parlare di bellezza,  per cui se garantisce un ponte bello, quello sarà, una cosa fatta seriamente. Ora, passando a noi comuni mortali, non sarebbe male applicare alle cose che facciamo ogni giorno quel criterio di bellezza. Non importa che cosa fai, ma come lo fai. Barista, medico, giardiniere, politico, studente, casalinga: quel che conta è come lo fai. Due sabati fa, in piazza Matteotti, si è vista un’imponente, composta e allegra manifestazione  animata soprattutto da giovani (tantissimi scout) a favore di una città accogliente. Ecco, accoglienza, per esempio, è una parola (e un’azione) seria e fa pensare alla bellezza. Anche solidarietà è una parola così, come volontariato, ascolto, gentilezza, armonia, educazione, cultura: parole forse un po’ fuori moda, ma  serie. Non è bello usare parole così, che nascono da pensieri e sentimenti così? Insomma, tante altre cose possono essere belle, dipende da noi, da quanto seriamente le pensiamo, vogliamo e facciamo. Perché alla fine siamo noi gli architetti e la bellezza, qualunque forma abbia, è una nostra responsabilità. Tutto lì.