TRENTOTTO

Al Pronto Soccorso meglio non andarci mai. Perché al Piesse, quasi sempre, c’è un gran casino. Sono tutti nervosi e stressati lì, a volte inferociti. E’ facile litigare, minacciare, perdere la testa, piangere, urlare. Ci sono le lunghe file e trafile, le lunghe attese, le lunghe corsie: è tutto lungo lì. Perché ci si va, allora? Perché hai un grosso problema e allora si capisce:  è giusto arrivarci il prima possibile. Ma tante persone ci vanno per piccole cose che altrimenti fuori avrebbero tempi biblici o costi insostenibili o procedure complicate per cui preferiscono starsene lì ad aspettare che qualcuno ti dia uno sguardo e ti dica qualcosa, prima o poi. D’altra parte, si sa, la medicina di base non fa filtro,  i letti di ricovero sono stati tagliati e il personale non basta mai. Non c’è una vera cultura dell’emergenza, si dice. Oppure senti dire che è uno schifo.  Ma il 14 agosto, dopo il crollo del ponte Morandi,  la scena è stata diversa. Al Piesse del San Martino c’è stato via vai, ma pochi i feriti, trentotto i morti. Una cosa mai vista, inaspettata, sconcertante. Anche perché si è trattato – per la dinamica stessa del crollo - di corpi martoriati e irriconoscibili: come ci si muove in quei momenti lì, con quali procedure, con quali risorse? Cosa si dice ai famigliari delle vittime e come? E’ stato scritto poco su quelle ore, su quello che è successo in quei corridoi. Peccato,  perché c’è stata una gara di tutto il personale che c’era e di quello che non era in servizio e spontaneamente si è presentato. Medici, infermieri, tecnici, barellieri, assistenti sociali, psicologi hanno visto e fatto cose che non possono raccontare e non dimenticheranno. Nei discorsi ufficiali non sono stati citati abbastanza, si sa, e nemmeno lodati come meritano. Probabilmente non ci fanno molto caso loro. Per molti giorni non sono riusciti a dormire oppure si sono aiutati con dei farmaci, chissà per quanto andrà così. Al Piesse meglio non andarci mai, potresti anche cambiare idea, sorprenderti. Potresti persino imparare a fidarti.