COSE NUOVE E VECCHIE PAROLE
diagnosi precoce dei tumori, assistenza sanitaria, assistenza psicologica ai malati oncologici e ai loro famil

CoL Centro oncologico Ligure diagnosi precoce dei tumori, assistenza sanitaria, assistenza psicologica ai malati oncologici e ai loro famil COSE NUOVE E VECCHIE PAROLE

COSE NUOVE E VECCHIE PAROLE

Quello delle parole è un tema ricorrente in queste settimane, direttamente o indirettamente. E’ il caso, ad esempio, anche della bella iniziativa che ha per protagonisti l’Associazione degli Oncologi Italiani (AIOM) e una della maggiori associazioni dei malati oncologici (Aimac). Di cosa si tratta?
Hanno costituito una Fondazione per dar modo agli oncologi e ai malati “lungo sopravviventi” (sic!) di collaborare a comuni iniziative a vantaggio dell’assistenza e della ricerca. Non è chiaro quali siano queste iniziative in programma. I giornali hanno sottolineato l’evento (presentato nei giorni scorsi a Roma), le personalità di prestigio presenti, le appropriate frasi di circostanza trascurando però le cose in calendario. Inutile dire che ogni iniziativa finalizzata a creare programmi e dibattito su prevenzione e assistenza oncologica in Italia non può che essere benvenuta, tanto più quando è innovativa come in questo caso. Il problema è un altro e sono, ancora una volta, le parole. Le parole, si sa, dicono molto di noi, di quello che ci frulla in testa e ci agita il cuore. Così usare una parola anzichè un’altra non è per niente cosa da poco. Tornando a bomba, quindi, sapete come si chiama la Fondazione in questione? “Insieme contro il Cancro”. Una leggerezza linguistica? Sull’avverbio “insieme” niente da dire: presuppone comunione d’intenti, collaborazione, progetti condivisi. Tutto bene, anche se non sfugge che ultimamente sia la pubblicità sia la politica (che, quanto a scaltrezza, non sono seconde a nessuno) usano spesso questa parolina magica, non a caso. Sulla parola “cancro” rimando alla news precedente e a quanto pubblicato con autorevolezza e prudenza da JAMA e Veronesi. Qualche speciale riflessione merita, invece, la parola “contro”. Si tratta di una parola vecchia, sempliciotta (come se nella vita fosse facile sistemare le cose con dei sì/no) e ormai – posso dirlo? – insopportabile. 

La lotta “contro” il cancro ci ha stancato! Siamo sicuri che questa guerra, con tanto di armamenti e immancabili generali, sia la strategia migliore per curare e garantire una buona qualità di vita ai malati?
Non ne sono tanto convinti, ad esempio, quei ricercatori che da tempo (anche nei laboratori del prof. Veronesi) studiano farmaci più intelligenti e mirati: questi vanno a regolare la crescita delle cellule anomale, piuttosto che rozzamente (e senza distinzioni efficaci) “farle a pezzi”. Alla guerra questi ricercatori preferiscono il modello della “convivenza pacifica”: farebbe meno male, evitando sofferenze e aspettative inutili. Il cancro non si affronta in battaglie campali, ma con strategie pazienti, differenziate (“personalizzate”) e di lungo periodo. Questa diversa strategia (che sta dando buoni risultati) non si sposa con la parola “contro”. Si sposerebbe meglio con una parola diversa che a noi piace molto: “oltre”.
Noi siamo oltre il cancro: viviamo, lavoriamo, sogniamo e costruiamo in questa prospettiva più ricca e significativa. Perché qui non si vince e non si perde. Sono ancora tanti i malati che muoiono per tumore: hanno perso la guerra, loro?
Se vogliamo costruire il futuro occorrono parole nuove, generative, rispettose, trasparenti. “Oltre” è una parola così.
Allora, tornando alla neonata Fondazione, mi chiedo e vi chiedo: è utile presentare una cosa nuova con parole vecchie?