LA METÀ PIENA di Atticus
diagnosi precoce dei tumori, assistenza sanitaria, assistenza psicologica ai malati oncologici e ai loro famil

CoL Centro oncologico Ligure diagnosi precoce dei tumori, assistenza sanitaria, assistenza psicologica ai malati oncologici e ai loro famil LA METÀ PIENA di Atticus

LA METÀ PIENA di Atticus

BRRRRRRR........

Ci sono parole belle e parole brutte. Amore, amicizia, rispetto, attenzione, onestà, fiducia, pace stanno, per esempio, da una parte. Essendo la nostra un’associazione sanitaria non profit vogliamo e dobbiamo aggiungere anche solidarietà, mutualità, cura e prevenzione, tralasciandone poche altre per motivi di spazio o di incertezza (la parola “rete”, tanto per dire,  è sempre e solo una parola bella?). Le parole brutte, invece, quelle che stanno dall’altra parte, sono davvero infinite e non possiamo qui farne l’elenco, non bastando nemmeno tutte le Newsletter dal 2012 (quando abbiamo cominciato a scriverle e spedirle, brrrrrr) a oggi. Vale la pena, però, sottolineare come stranamente, per chissà quali complicate ragioni, da un po’ di tempo tra queste parole, brutte appunto, siano finite – per citarne solo alcune – quasi fossero carta straccia da buttare nel recipiente relativo, anche responsabilità, sacrificio, fatica e, in cima a tutte quante, la parola (brrrrrr!) dovere. Ora, si sa, almeno in via teorica, che i diritti da soli non bastano a garantire giustizia e pace sociale, ma, se le cose così stanno, come mai il “sentirsi in obbligo di” fare o non fare qualcosa è vissuto diffusamente così male? Durante la campagna elettorale in corso (brrrrrr!) avete, ad esempio, notato qualcuno che, anche solo di striscio, abbia citato anche solo una di questa antipatiche parole così fuori moda? Guai al cielo! Nessuno è così scemo da provarci, ben sapendo  che in quel modo lì di voti non prenderebbe nemmeno quelli degli zii e dei vicini di casa. Persino il mondo del volontariato (tra i pochi da salvare nel caos di egoismi e sovranismi vari) fa campagna di reclutamento di nuovi adepti inneggiando al sudore trattandosi di materia pericolosissima in pubblicità, perché (il più delle volte) controproducente. Che fare allora di parole così? Le mettiamo tutte quante dentro una bella rete (sempre di rete si tratta) e le buttiamo in mare? Fregandocene della tempesta che prima o poi passerà da sola? Brrrrrrr………