BARBERSHOP di Atticus
diagnosi precoce dei tumori, assistenza sanitaria, assistenza psicologica ai malati oncologici e ai loro famil

CoL Centro oncologico Ligure diagnosi precoce dei tumori, assistenza sanitaria, assistenza psicologica ai malati oncologici e ai loro famil BARBERSHOP di Atticus

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MUMBLE MUMBLE

Il futuro barcolla. Non riesce a fare dieci passi senza sbandare: vertigini e testa vuota. Sempre in affanno, poi, per via del cuore che non ha più la forza di un tempo quando scalava le montagne come niente fosse o quasi. E’ che allora le salite non facevano paura, oggi spaventa tutto e così si fa poca strada. Allora, fra l’altro, si sapeva persino dove andare, ma adesso virus, siccità e guerre rendono tutto nebuloso. Volendo fare, da bravo medico, l’esame obiettivo faccio sdraiare il futuro sul lettino: si muove male, un po’ rachitico, respiro corto come la vista e si lamenta di magagne e dolori senza fine. Colpa del Covid? Macchè, dice, sono a pezzi da un po’. All’inizio ci facevo poco caso, ma ora, aggiunge, esco di casa (se esco) e manco so dove sono o cosa fare. Degli altri non mi fido e neppure loro di me: sarà miopia o cosa? La visita è lunga e minuziosa, trattandosi di un malato complicato. Non posso dettagliare i vari riscontri, per la solita privacy, ma anche per non spaventare. La diagnosi, comunque, non sembra impossibile: non mancano, certo, l’affaticamento, lo stress, il sovrappeso con sovraccarico cardio-respiratorio, la dieta fuori controllo e lo stile di vita (e di pensiero) pericolosamente sedentario. Continuando di questo passo la prognosi si riassume con la semplice equazione: tv+pc+tc=amen. Fuor di battuta, programmo, comunque, esami del sangue, qualche accertamento strumentale e due consulenze, Nutrizionista e Psicologa (al CoL facili da prenotare). Il problema sarà, piuttosto, la terapia. Di farmaci ce n’é a bizzeffe, si sa, per ogni sorta di disturbo del corpo e della mente, ma il futuro puoi curarlo – siamo sinceri - con una terapia individuale? C’è uno schema farmacologico personalizzato che possa restituire salute al futuro? Non si tratta di allungargli la vita, scorciatoia che va di moda oggi che i centenari si festeggiano come se tutto andasse per il meglio. Meglio sarebbe migliorarla questa vita: se guadagni gli anni, ma perdi la gioia di viverli cosa ci guadagni? Per il futuro, la sola terapia che funziona per durata e qualità (non è questa che conta?) va fatta collettivamente: non si guarisce da soli, ma insieme. Puoi impasticcarti, palestrarti, massaggiarti, rimpolparti accumulando vacanze, successi e reddito, ma alla fine la lancetta marcherà rosso. Meglio pensarci bene, al futuro. Incontrarsi, stringere mani, fare qualcosa per gli altri. L’altro giorno in ambulatorio, fuor di metafora, una strana signora in visita parlava di una sua amica, volontaria del CoL: che brava, commentava, ma io non ci penso proprio! Così il suo esame obiettivo (per fortuna negativo)  l’ho scritto come un medico fa di solito: controllo fra un anno, ho precisato pensando al futuro prossimo. Sul futuro vero, invece, ho sorvolato, anche per una faccenda di vocabolario, credo: chi non sa dire noi, mumble mumble, che lingua parla?