IL TERRITORIO, NOI E LA RETE
diagnosi precoce dei tumori, assistenza sanitaria, assistenza psicologica ai malati oncologici e ai loro famil

CoL Centro oncologico Ligure diagnosi precoce dei tumori, assistenza sanitaria, assistenza psicologica ai malati oncologici e ai loro famil IL TERRITORIO, NOI E LA RETE

IL TERRITORIO, NOI E LA RETE

Il cosiddetto “territorio”, guardato in termini di salute pubblica, è lo spazio che c’è fra noi e l’ospedale. In pratica è il posto dove la gente  cresce, lavora, si relaziona e, purtroppo, si ammala. Dove c’è la vita, insomma, con gioie e dolori, alti e bassi. Si è speso tanto negli anni per sviluppare e specializzare l’ospedale, sempre al centro di ogni ambiziosa programmazione, mentre  il territorio per infinite ragioni è sempre stato più o meno ignorato: tante parole  e pochi fatti. Anche se trascurare l’assistenza territoriale ha sempre comportato grandi spese per la comunità, grandi disagi (soprattutto per anziani e fragili) e grandi sprechi di tempo e risorse. La pandemia da Coronavirus ha drammaticamente  dimostrato la rilevanza dei servizi cosiddetti di prossimità (i più vicini alle case della gente) e la necessità di accompagnarli con servizi a distanza come la telemedicina. Il Piano Nazionale per la Rinascita e la Resilienza ha deciso di investire 7 miliardi di euro per rilanciare in cinque anni l’assistenza territoriale basandola su case e ospedali di comunità (se ne parla da circa vent’anni), centri operativi territoriali (a cui toccherebbe la regia del tutto) e l’assistenza domiciliare. Tutto molto bello, ma tutto da fare (la Regione sui manifesti di circostanza dimentica questo piccolo dettaglio) e ci sono tempi da rispettare, decisioni da prendere, compatibilità da rispettare. Tutto questo mentre, soprattutto, la perdita di personale sanitario continua alla faccia del Covid, si formano pochi medici di famiglia e ancor meno ne vengono assunti nelle zone carenti e la riforma della medicina di base è ancora in alto mare. Se lo scenario è questo si possono prevedere disfunzioni e ritardi a non finire. A quale porta busserà allora il SSN? Ai grandi gruppi della Sanità Privata che - essendosi attrezzati per tempo con strutture, uomini e mezzi - non aspettano altro che “aiutare” (lo stanno già facendo) la sanità pubblica oppure al mondo dell’associazionismo non profit? La risposta si vedrà ma nel frattempo il Terzo Settore - pur indebolito dal Covid – non deve stare a guardare, ma agire avendo capito cosa fare:  lavorare in rete (isolati si combina poco), condividere esperienze e progetti mettendo in comune anche mezzi e personale, operare ad ampio raggio. Il CoL già si muove in questa direzione. Stiamo individuando compagni di viaggio interessanti (presenti e futuri), obiettivi comuni, tempi e strategie ragionevoli. C’è il problema (non piccolo) del finanziamento da affrontare a 360 gradi, con intelligenza e flessibilità. Servirà anche  tanta pazienza, naturalmente.  Diamoci da fare tutti e chi tra soci e sostenitori ha qualche buona idea batta un colpo. Sa dove trovarci.