BARBERSHOP di Atticus
diagnosi precoce dei tumori, assistenza sanitaria, assistenza psicologica ai malati oncologici e ai loro famil

CoL Centro oncologico Ligure diagnosi precoce dei tumori, assistenza sanitaria, assistenza psicologica ai malati oncologici e ai loro famil BARBERSHOP di Atticus

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SORVOLANDO

Detestare di più la pandemia o la guerra in Ucraina? La domanda un po’ antipatica sta serpeggiando qua e là, qualcuno addirittura ci scrive su un pezzo. Per dire, ad esempio, che la guerra è sempre la peggio cosa, perché è, incontestabilmente,  una nostra creatura: sono gli uomini che se la cercano e la provocano in mille modi per poi finirci dentro con le conseguenze solite. Certo spari e bombe non sono, per l’Italia, dietro l’angolo come il Coronavirus che addirittura c’è entrato in casa scompaginando la vita. Però il virus non è colpa nostra, dicono, viene da fuori e fa danni tremendi senza manco bussare e non guarda in faccia a nessuno. Ora, questo modo di raccontarsi le cose non sembra filare via liscio (le pandemie, infatti, nascono e diffondono anche grazie all’aiuto determinante di numerosi e correggibilissimi fattori sociali), ma tant’è a qualcuno così sembra. Alla fine, insomma, cos’è peggio? E se il peggio fosse dell’altro – è un’ipotesi, s’intende -  un fattore che accomuna quelle due brutte cose apparentemente lontane? Esiste un comun denominatore tra pandemia e guerra che le spiega entrambe, risolvendo il quale sarebbe più difficile scendere così in basso? Una risposta si potrebbe suggerire: l’imprevidenza. Per quanto minuscola o irrilevante o persino deludente come ipotesi possa sembrare, è lei che predispone ai conflitti e alle grandi epidemie: architettiamo, diciamo e facciamo una quantità di sciocchezze sorvolando, senza cioè pensare alle conseguenze e alla fine ci ritroviamo in guai più grossi di noi. Pensate alle scelte politiche e militari che, da tutte le parti in causa, sono state fatte negli ultimi dieci anni, beh a nessuno è balenata mai l’idea che potesse venirne fuori un conflitto epocale? O è venuta, come no, ma s’è preferito sorvolare per un qualche interesse da tenere per sè? Guardando invece al Coronavirus, perché l’OMS e il giornalista americano David Quammen (quello che ha scritto nel 2012  il mitico “Spillover”) e lo stesso Bill Gates da tempo gridavano al lupo al lupo e tutti con le mani in mano? S’è sorvolato per convenienza o per inadeguatezza o per entrambe le cose? Alla base di tutto sembrerebbe esserci davvero l’incapacità di immaginare il futuro: si lascia che il latte si versi da tutte le parti per poi piangere solo alla fine, a disastro in corso. In medicina l’imprevidenza è esattamente il contrario della prevenzione, il peggio del peggio, insomma. Mentre aspettiamo la prossima ondata virale o un’ aggressione militare da qualche altra parte (gli scenari a rischio non mancano) sarebbe il caso di farci su un pensierino e provvedere senza indugio. Come dite? Meglio sorvolare?