LA METÀ PIENA di Atticus
diagnosi precoce dei tumori, assistenza sanitaria, assistenza psicologica ai malati oncologici e ai loro famil

CoL Centro oncologico Ligure diagnosi precoce dei tumori, assistenza sanitaria, assistenza psicologica ai malati oncologici e ai loro famil LA METÀ PIENA di Atticus

LA METÀ PIENA di Atticus

LE PAROLE DI MAURIZIO (E DI FABRIZIO)

Non credo abbia fatto proseliti l’articolo che Maurizio Maggiani ha scritto per il Secolo XIX domenica 27 marzo a proposito della guerra feroce in Ucraina. Tecnicamente una guerra mondiale, visti interessi e forze in campo, ma finora combattuta con la pelle degli altri. Per chi non lo conoscesse Maggiani è uno scrittore di rango, ma di penna pungente e perciò non troppo amata. Recentemente, per esempio, ha attaccato con forza e piegato alla ragione – chiedendo ascolto persino a papa Francesco che ragione gli ha dato pure lui - una grossa tipografia del nord che stampa gran parte dei libri più venduti in Italia sfruttando – senza che noi sapessimo niente -  il lavoro di extracomunitari senza tutela. A proposito del conflitto, invece, sappiamo tutti che sta agitando l’Europa e il mondo e che in pochissimi giorni si sono creati a livello internazionale (Italia compresa) due diversi schieramenti che schematicamente qualcuno chiama gli interventisti da salotto e i pacifisti da salotto. I quali litigano con la solita ferocia – come ai tempi del Covid – sul da farsi avendo in comune una sola cosa: il culo al caldo, appunto. Ed è proprio questa postura da divano che Maggiani contesta nel suo articolo e non può accettare. Sicchè da pacifista convinto - ancorchè “armato”, senza alcun dubbio, contro l’oppressore - alla fine se n’è uscito con un’idea un poco bislacca: basta chiacchiere, scrive, l’unica cosa che posso fare è andare in Ucraina e fare muro con l’unica arma che ho, il mio corpo (per altro acciaccato, perché Maggiani non è in buona salute). Una provocazione bella e buona, naturalmente, ma se lo facessimo tutti, pensiamoci un attimo, cosa succederebbe? Si svuoterebbero tutti i salotti, gli studi televisivi e le pagine dei giornali, certo. Persino i social media resterebbero muti per qualche giorno, chissà. Bene, ma le armi sparerebbero lo stesso? Immaginate: tutti a fare muro di interposizione in Ucraina, mica solo Maggiani, ricchi e poveri, studenti e professori, preti e laici, senza alcuna equidistanza, sia chiaro, essendo tutti solo per la Vita e per la Pace. Sparerebbero di qua e di là ugualmente, i fucili? Vengono in mente le parole della bellissima canzone di De Andrè, quella che racconta del soldato Piero e della sua inutile morte, anche quella di solito cantata col culo preferibilmente al caldo. Non risulta che le parole di Fabrizio siano gettonatissime di questi tempi. E nemmeno che Maggiani abbia ricevuto risposta.