LA PREVENZIONE AMMALATA
diagnosi precoce dei tumori, assistenza sanitaria, assistenza psicologica ai malati oncologici e ai loro famil

CoL Centro oncologico Ligure diagnosi precoce dei tumori, assistenza sanitaria, assistenza psicologica ai malati oncologici e ai loro famil LA PREVENZIONE AMMALATA

LA PREVENZIONE AMMALATA

Non se ne parla abbastanza, ma uno dei malati più gravi provocati dalla pandemia è la prevenzione, in particolare la prevenzione oncologica. Basti dire che le mancate diagnosi di tumore dall’inizio della pandemia arrivano al milione e si calcola un possibile incremento di nuovi casi intorno al 21% entro il 2040. In effetti sono stati (e sono ancora) troppi gli appuntamenti per visite e controlli annullati o gli interventi chirurgici rinviati. Da non trascurare poi (per le sue conseguenze incalcolabili) un altro dato: più che dimezzati risultano gli screening oncologici su popolazione sana. E aggiungiamoci i Pronto Soccorsi affollati, ma anche la paura di andarci per il rischio di essere contagiati dal Coronavirus. Per non parlare del prolungamento dei tempi dei percorsi diagnostico-terapeutici per carenza di personale, letti, strumentazioni, spesso dirottati nella gestione del Covid. Nonostante i più recenti incrementi di spesa i nostro Sistema Sanitario continua a rimanere sotto la media europea. A documentare questo sconquasso sono ormai tanti rapporti di istituzioni diverse, in pressochè assoluta coincidenza di numeri e considerazioni finali. Va anche sottolineato come tutto ciò ha provocato spese insostenibili per 630.000 famiglie: sono numeri da capogiro e ci dicono che le disuguaglianze crescono in Italia. E cresce anche l’insoddisfazione dei cittadini non tanto per la qualità delle cure, quanto per gli aspetti organizzativi e amministrativi. Chi pensa che aumentando le tecnologie grazie al PNRR si possa rimediare alla situazione naturalmente si illude: perché i tagli a strutture e servizi vengono da lontano così come la sfiducia verso il sistema sanitario e politico che secondo molti analisti spiega molto del fenomeno No Vax e della cosiddetta “Vaccine Hesitancy”. Nessuno, s’intende, ha la bacchetta magica per normalizzare le cose, ma più informazione, più correttezza, più partecipazione sarebbero ingredienti benefici. Il ruolo del Volontariato, poi, cioè di tante associazioni serie e operative come la nostra, potrebbe fare ancora (come ha già fatto spesso) la differenza. Basterebbe coinvolgerlo, ascoltarlo e sostenerlo con progetti coerenti e condivisi. Quanto dovremo aspettare?