Se prendiamo giugno scorso come mese di riferimento, le prestazioni non erogate dal SSN (interventi chirurgici, visite dermatologiche, cardiologiche, oculistiche e soprattutto oncologiche) sono state circa 51 milioni. Avete letto bene: 51 milioni. E quante ne sono state recuperate o perse nei mesi successivi? Ancora non ci sono i dati. Si sa, invece, che gli screening oncologici “saltati”, cioè non effettuati (mammografie, Pap test, colonscopie) si avvicinano a un milione e quattrocentomila. Sono cifre da capogiro. Quanto tempo ci vorrà per risalire la china? Difficile dire, ma per come stanno andando le cose ce ne vorrà molto. In effetti l’ottimismo non viene spontaneo. Mentre, infatti, l’impreparazione collettiva del marzo scorso poteva essere giustificata trattandosi di un nuovo virus, dalle caratteristiche sconosciute, mal curabile e senza quei presidi che poi si è scoperto essere importantissimi. Adesso, invece, quando un po’ di cose sembravano scontate e da settimane la preannunciata seconda ondata già colpiva duramente i Paesi vicini, come interpretare l’impreparazione manifesta di ospedali, Rianimazioni, RSA? Come spiegare le contraddizioni e le brutte figure di politici litigiosi e esperti vanitosi? Colpa di chi? Ognuno può e deve fare le proprie considerazioni.

Per quanto riguarda il CoL, invece, possiamo semplicemente dire che noi ci siamo. Dal 18 maggio stiamo continuando a erogare regolarmente le nostre prestazioni ambulatoriali, malgrado qualche assenza tra i collaboratori e soprattutto tra i volontari. Stiamo cercando e in parte abbiamo trovato (ad esempio in Dermatologia) soluzioni per soddisfare, comunque, il più possibile le richieste. Per questo i nostri soci possono telefonare per ricevere informazioni e prenotare visite. Anche le Strutture convenzionate con noi sono perfettamente operative per cui, ancora una volta, non c’è motivo di rinunciare o rinviare. A questo proposito stiamo registrando un numero elevato di rinunce per quanto riguarda la Nutrizione: alcuni soci forse temono di uscire di casa per visite ritenute secondarie. Altri, forse, stando chiusi in casa, cedono a tentazioni culinarie o anche a piccoli “contentini” (di solito ipercalorici) sempre a disposizioni quando si guarda la TV o si legge una rivista: penseranno mica he non è il momento? Soldi buttati? In periodi così difficili, in cui non mancano debolezze d’ogni sorta, è meglio confermare i buoni proponimenti: se si “prendono” 5 o 6 Kg durante la pandemia – come molti medici e nutrizionisti segnalano ultimamente – sarà poi molto difficile tornare al proprio peso ideale. Ci vorrà più tempo e più fatica, pagando un prezzo non piccolo in termini di autostima o, addirittura, di depressione. Non conviene, allora, pensarci ora?