INTORNO A NOI di Gulliver
diagnosi precoce dei tumori, assistenza sanitaria, assistenza psicologica ai malati oncologici e ai loro famil

CoL Centro oncologico Ligure diagnosi precoce dei tumori, assistenza sanitaria, assistenza psicologica ai malati oncologici e ai loro famil INTORNO A NOI di Gulliver

INTORNO A NOI di Gulliver

UNA PAROLA VECCHIA

 

Che Papa Francesco nella sua ultima enciclica “Fratelli tutti” scriva, in estrema sintesi, che non ci si salva da soli nei momenti difficili della vita, non sorprende nessuno. Stupisce, invece, che a farlo sia anche il Quotidiano Sanità, una delle principali riviste di informazione on line rivolta ai medici italiani. Tra mille news di cronaca sanitaria, leggi e progetti volti a migliorare il SSN o anche solo il rapporto medico-paziente, fa piacere che si decida di pubblicare una riflessione intelligente e pacata sull’importanza della solidarietà. Avete letto bene, la parola sorprendente è quella. Non un vaccino, un nuovo antibiotico, una tecnologia innovativa, un contratto da firmare, ma un valore, una visione del mondo, una pratica fuori moda. Che ne sanno i medici di solidarietà? Serve quando curi qualcuno che sta male? O sa di retorica, anzi, peggio, di muffa? L’autore dell’articolo osserva che tra le tante parole usate in questa pandemia (spesso inusuali e recuperate dalla lingua inglese, come dice sotto Atticus) la grande assente è proprio solidarietà. Come mai? Passate le prime settimane di Covid, quando tutti ci sentivamo più buoni, questo vuoto si è fatto imbarazzante, malamente riempito dalle polemiche partitiche, dalla rabbia sociale, dall’ansia diffusa per il lavoro e il futuro. Ci si è dimenticati dei richiami della Costituzione (l’art. 2 parla di doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale) preferendo sanzionare inadempienti e colpevoli che certo non mancano. Ma si può andare lontano per questa strada? Politici e scienziati ci ricordano l’importanza di mascherine, gel e distanziamento, ma la solidarietà non è, tra i comportamenti virtuosi da realizzare, uno dei più importanti? Ci sarebbero meno morti – viene da pensarlo – se ci aiutassimo di più e non solo nelle emergenze. Non è solo una faccenda individuale, ma anche istituzionale: al di là delle esortazioni, lo Stato dovrebbe dar forza e coerenza a quella che si chiama “democrazia di prossimità”. L’autore non lo fa, ma qui andava citato doverosamente il Terzo Settore: il volontariato, che da sempre svolge proprio questa funzione, andrebbe aiutato di più, non saltuariamente. Nell’articolo sono riportati gli effetti tremendi che sulla salute hanno la solitudine e l’isolamento sociale. Gli anziani e i soggetti fragili hanno pagato, anche da questo punto di vista, il prezzo più alto durante la pandemia e non a caso, visto che da tempo sono trascurati, marginalizzati, addirittura colpevolizzati (sono un peso!): andrebbero impiegate soluzioni e strumenti (anche Internet e smartphones) per accrescere l’inclusione sociale riducendo gli accessi  non giustificati a case di riposo e ospedali. Andrebbe superata una buona volta quella che da tempo Papa Francesco chiama “cultura dello scarto”. Eccolo qui un’altra volta, in mezzo ai piedi: non è che per caso - visto che ora ne parlano persino i medici - ha davvero ragione lui?