LA METÀ PIENA di Atticus
diagnosi precoce dei tumori, assistenza sanitaria, assistenza psicologica ai malati oncologici e ai loro famil

CoL Centro oncologico Ligure diagnosi precoce dei tumori, assistenza sanitaria, assistenza psicologica ai malati oncologici e ai loro famil LA METÀ PIENA di Atticus

LA METÀ PIENA di Atticus

SOCRATE L’ANTIVIRUS

Esistono i fatti, come no? E esistono i dati, come possiamo ignorarli? Che ci piaccia o meno, fatti e dati esistono. Semmai non sempre bastano per capire o farsi un’idea sul mondo: sarebbe bello, ma tante volte è così, purtroppo. Ciò malgrado, un sacco di gente parla, gigioneggia, addirittura pontifica avendo in mano tante ipotesi, ma nessuna prova. Perché dico tutto questo? Perché penso al Coronavirus e alla valanga di esperti che sono sbucati fuori come funghi. E penso anche alle liti che hanno ingaggiato tra loro sui giornali e in tv senza esclusione di colpi. Facendo a volte brutte figure che era meglio evitare. Come mai è successo? Innanzi tutto perché quel Coronavirus era (ed è tuttora) uno sconosciuto (o quasi). Beh, davanti a qualcosa di sconosciuto chi può definirsi o farsi definire “esperto”? Avrà esperienza di altro, ma non di entità che non conosce. Se ne può parlare, volendo, ci mancherebbe altro, ma senza indossare gli abiti del sapientino o del primo della classe. Quante prime donne, invece! Davanti al Coronavirus  ci voleva e ci vorrebbe, insomma, un po’ di misura. Mia nonna la chiamava umiltà. L’altra causa delle liti ingloriose è, invece, questa: i dati – ancorchè pochi e insufficienti per sparare sentenze scientifiche e giudizi sommari – hanno bisogno di contesti per essere interpretati. Da soli non parlano, purtroppo. I dati devono essere sempre inseriti nella rete complicata degli altri dati, dovendo misurarsi e correlarsi con quelli. Se no dicono poco, cose insufficienti e contraddittorie: solo dentro un contesto i dati assumono un significato e possono diventare – se tutto funziona – scienza. Beh, come abbiamo visto, sul Coronavirus non tutti hanno seguito questa regoletta. Non solo, c’è un altro problema: i contesti possono essere più d’uno e c’è chi guarda a quel contesto e chi a quell’altro. Alla fine viene fuori un guazzabuglio, insomma. Meglio sarebbe ammettere come quel filosofo greco: so di non sapere. Il che non si traduce, sia chiaro, con “viva l’ignoranza”, ma piuttosto con “parla di meno e studia di più”. Probabilmente sarebbe meglio avere, anche in chiave antivirus,  un Socrate di più e - tanto per dire -un Burioni o uno Zangrillo di meno.