INTORNO A NOI di Gulliver
diagnosi precoce dei tumori, assistenza sanitaria, assistenza psicologica ai malati oncologici e ai loro famil

CoL Centro oncologico Ligure diagnosi precoce dei tumori, assistenza sanitaria, assistenza psicologica ai malati oncologici e ai loro famil INTORNO A NOI di Gulliver

INTORNO A NOI di Gulliver

QUELLI BELLI

Sono come noi. Mangiano, bevono e corrono più o meno come noi. Hanno mani,  occhi e schiene che si stancano, come succede a noi. Si siedono e si riposano come noi, quando possono. E se possono vanno anche in vacanza, quest’anno meglio in Italia, che non è male. Dipendono da tutti come noi – ce l’ha ricordato il Coronavirus ma non piace ammetterlo – anche se non vanno d’accordo proprio con tutti, com’è normale. Soffrono di mal di testa o di stomaco a volte, come tutti, e non sognano sempre cose belle o addirittura non sognano affatto, càpita. Insomma, cos’hanno di speciale queste cinquantasette persone che il Presidente Mattarella ha nominato Cavalieri al Merito della Repubblica? La motivazione dice che si sono particolarmente distinte nel servizio alla comunità durante l’emergenza Coronavirus. Ma cosa dicono le loro storie di medici, ricercatori, infermieri, insegnanti, professionisti, volontari più o meno temporanei provenienti dai più diversi angoli del mondo del lavoro o addirittura del non-lavoro? Intanto sono banalmente  belli quei 57 volti che  giornali e Internet ci hanno mostrato nei giorni scorsi. E poi sono belle le scelte che hanno fatto, tutte “oltre” il proprio dovere professionale (quanti di loro si sono dimenticati dell’orologio o addirittura del loro letto caldo a casa?) o addirittura al di fuori. Non dirò dei camici bianchi di cui già tanto è stato scritto (la memoria resisterà qualche mese?). Mi ha colpito, piuttosto, Pietro, ad esempio, malato di Sla, che ha donato il suo respiratore polmonare d’emergenza; e persino Irene che ha fatto di cuore e di tasca sua migliaia di mascherine per tanti che non sapranno mai di lei; oppure Ettore che ha devoluto il suo intero stipendio di Comandante dei Carabinieri. Bellissima poi la cassiera di market  Rosa Maria che donando  tre tessere prepagate da 250 euro insegna definitivamente a vivere agli innumerevoli evasori di questo Belpaese (sempre che vogliano imparare); oppure Bruno, alpino per sempre, che dà una mano per ripristinare ospedali dismessi (lui insegna invece a quelli che dismettendoli hanno avuto, a suo tempo, il premio); oppure Mata Maxime il rugbista che fa meta non in campo ma sulle ambulanze; oppure l’altro Pietro (anche lui con un nome tra i più normali) che dopo aver perso un dipendente per Covid-19 offre il lavoro alla vedova. Mi è piaciuta anche la scelta di Francesco il ristoratore che - dovendo chiudere il locale – non s’è messo a imprecare, ma a preparare pizze e biscotti per poveri e anziani, uno forte. Cos’hanno, allora, in comune queste normalissime persone? Hanno donato cura, fatica, tempo, tenerezza, ascolto, fantasia, pazienza. E non sono cose normali queste? E se nella confusione e magari nella rabbia di questi giorni viene normalmente voglia (come a me) di polemizzare con gli stupidi e i furbi (quanti!), non sarebbe meglio lasciar perdere e guardare ad altro, ad altri, magari (volendo) a quelli belli?