LA META’ PIENA di Atticus
diagnosi precoce dei tumori, assistenza sanitaria, assistenza psicologica ai malati oncologici e ai loro famil

CoL Centro oncologico Ligure diagnosi precoce dei tumori, assistenza sanitaria, assistenza psicologica ai malati oncologici e ai loro famil LA META’ PIENA di Atticus

LA META’ PIENA di Atticus

PRIMA DEL NIRVANA

Forse a giugno tutte le spiagge sono belle alle otto del mattino. Se sei in Sardegna, poi, non serve la prova del nove. Immaginate di esserci, allora. La spiaggia è pressochè disabitata a quell’ora, per tante ragioni che ci sfuggono lasciandoci però il piacere della tranquillità. In quel silenzio trovi tutti gli ingredienti della bellezza: la vastità, i colori straordinari del mare, la vegetazione ostinata e accogliente, la carezza puntuale del vento. In quel silenzio le uniche voci sono gli uccelli sempre mattinieri e le onde che vanno e vengono raccontandosi apparentemente sempre le stesse cose. Tutto perfetto, forse. In quello scenario terso e magico, ad un tratto lo sguardo incontra le figure asciutte e ispirate di due signore che a quell’ora fanno, forse, la cosa più giusta: la meditazione. E’ un’arte per niente banale né di facile approccio: devi assumere una certa postura, dare un ritmo non casuale al respiro, immergerti nel qui e ora annullando pensieri, emozioni e aspettative. Nella meditazione, quando funziona, ci si annulla: non sei più in una spiaggia, isola o continente. Sei nell’universo, parte insignificante del tutto. Affascinante, forse, ma anche un po’ scomodo: non è facile, per persone normali, estraniarsi fino a quel punto. Si inciampa prima, il più delle volte. Il mio sguardo, ad esempio, incrocia senza volere qualcos’altro a pochi metri dalle due nobili figure meditanti: si tratta di un grosso pezzo di plastica rossa, 32 cm per diciotto (frammento di qualcosa che il mare o qualche sciagurato turista ha lì deposto con nonchalance) e un mezzo brandello di cellophane, 22 cm per tredici, più o meno, arrivato pure lui lì, direttamente o meno, per mano umana. Si può meditare con la spazzatura a fianco? Stare immobili senza muovere manco un ditino? Sì, evidentemente. Si può arrivare in spiaggia, mettersi in posizione, star bene dentro annullandosi, come s’è detto, e alla fine magari, dopo il nirvana, prendersi una bella doccia che tutto lava. Eccetto la spazzatura la quale, non conoscendo (per limiti suoi) la meditazione, resta esattamente dov’era, in riva al mare. Ovunque la metti nell’universo, non sa annullarsi lei. Possiamo fare qualcosa noi, allora,  anche prima del nirvana? Ispirandoci al solo buon senso? D’accordo, tutto questo c’entrerà un fischio con la meditazione, ma un pensierino sopra -  amando le idee chiaramente espresse - converrebbe farcelo.