LA META’ PIENA di Atticus
diagnosi precoce dei tumori, assistenza sanitaria, assistenza psicologica ai malati oncologici e ai loro famil

CoL Centro oncologico Ligure diagnosi precoce dei tumori, assistenza sanitaria, assistenza psicologica ai malati oncologici e ai loro famil LA META’ PIENA di Atticus

LA META’ PIENA di Atticus

SUL MARCIAPIEDE

Come si è ambientalisti? Anzi, come si fa l’ambientalismo? Delegando (dopo i doverosi meeting e i minacciosi appelli) i leader mondiali, nazionali o locali che finora, con responsabilità diverse, hanno davvero fatto poco e male per prevenire e ridurre i danni incalcolabili inferti alla natura? Evocando ancora una volta i controllori che non controllano e non sanzionano mai? Partecipando a muso duro o, meglio, con contagiosa allegria a manifestazioni scenograficamente perfette, ma dagli esiti piuttosto incerti? Meglio sarebbe farle tutte insieme, queste cose, non c’è alcun dubbio. La prevenzione con la P maiuscola parte dalla cura ambientale, punto. Ma basterà l’ondata giovanile, o meglio durerà? Le cose, si sa, prima o poi, in qualche modo cominciano, ma chi ce la mette poi la costanza, la pazienza, la fatica di ogni giorno? Ecco una parola rivelatrice e preziosa: fatica, senza di lei l’ambientalismo non si può fare proprio. Intendo quella personale, quella che deve fare ciascuno di noi. Partendo dai libri, innanzi tutto, non bastano slogan e buoni sentimenti. Occorre studiare tanto, fare le pulci agli incompetenti e ai mistificatori: dati, tabelle, statistiche, fonti qualificate, aggiornamenti costanti ecc. No basta ancora, bisogna anche domandarsi: quanta carne ho mangiato oggi, dove butto la spazzatura, posso rinunciare alla macchina, dove metto la spesa? Non è roba da scioperanti (chiedo scusa al mio amico Gulliver) e nemmeno da scioperati. Ecco perché, allora, la parola “globale” suona bene. Certo, non va intesa banalmente o comodamente come sinonimo di “mondiale”: sarebbe un modo furbetto di affidare (ancora una volta) ad altri l’ingrato compito di vigilare su emissioni tossiche, smaltimento dei rifiuti, pesticidi agricoli, intasamenti urbani ecc. No, globale significa che l’ambientalismo ci deve riguardare e coinvolgere, uno per uno, in modo integrale, dalla testa ai piedi, dalla mattina alla sera, dentro e fuori. Qualunque altro modo fa sorridere o irritare o, se volete, fa dormire sonni tranquilli a chi (guai a dimenticarcelo!) l’inquinamento lo produce in grande stile. In termini pratici tutto ciò significa una serie di cose, anche molto terra terra: si può andare alla manifestazione del 15 e poi infilarsi da Mac Donald che coi suoi sterminati allevamenti bovini produce effetto serra a più non posso? Si può lavorare in un centro oncologico e fumare all’ingresso, ogni giorno che manda il Signore? Si può piangere per lo scioglimento dei ghiacci in Antartide e, poi, perbacco, preferire la moto sempre, gettare plastica in mare, ignorare divani e lavatrici in mezzo alla strada?  Sarò antipatico, ma chi di noi ce li ha messi sul marciapiede?