LA META’ PIENA di Atticus
diagnosi precoce dei tumori, assistenza sanitaria, assistenza psicologica ai malati oncologici e ai loro famil

CoL Centro oncologico Ligure diagnosi precoce dei tumori, assistenza sanitaria, assistenza psicologica ai malati oncologici e ai loro famil LA META’ PIENA di Atticus

LA META’ PIENA di Atticus

POLIO

Non è compito nostro controllare che le strade vengano regolarmente spazzate, le aiuole riordinate e l’orologio sul grattacielo segni l’ora giusta, non come gli gira. Neppure ci tocca verificare che l’acqua nel Brugneto sia troppo alta, che gli impiegati della ASL timbrino correttamente entrata e uscita o che le mense scolastiche funzionino con la puntualità (e la pulizia, perché no?) necessaria. Se poi la gente butta in strada le cicche, i divani smessi o il vicino antipatico (succede, eccome) ci mancherebbe altro che interpellassero noi. Non è compito nostro, poi, ammonire i giovani a non bere alcool, a guidare con giudizio (anche se i grandi guidano peggio e fanno più incidenti) e a usare il cellulare con una qualche moderazione, anche solo per non sbattere contro un palo o un albero per quanto rari siano (non solo gli alberi, ma anche  i giovani non digitanti). E che nessuno ci chieda, per favore, di controllare i bilanci della banca locale (dove pure teniamo i pochi soldi) o di fare le pulci agli amministratori che promettono alla grande senza sapere quanto fa due più due (e soprattutto due meno duecentoventi) oppure di chiedere come mai quel giovinotto - nipote o amico dell’on. Pincopalla - sia già al vertice di quel consorzio vattelapesca. Non tocca a noi, punto. Se, infine, il ponte tremava da un po’ e già cadevano i calcinacci e da mesi (o forse anni) i tecnici mettevano in guardia e le relazioni facevano la muffa nei cassetti e nessuno faceva domande (amministratori, giornalisti, sindacalisti, abitanti sottostanti ecc.) mentre la manutenzione faceva ridere e questo non è il momento e ci sono altre priorità e chi ce l’ha il coraggio di chiuderlo sto benedetto ponte, beh se tutto questo è vero, non è comunque alla porta nostra che dovete bussare. E’ compito di chi è pagato apposta, ovvio, di chi è incaricato, votato, nominato, confermato, premiato per fare proprio quella cosa lì. Non degli altri. A loro basterà delegare, sperare, badare all’orticello - pagando le tasse naturalmente - e alla fine, a disastro avvenuto, condannare, urlare, puntare il dito. Purchè non dalla nostra parte, s’intende. Va bene così? Funziona davvero ripetere sfiduciati “non è compito mio”? O paralizza, peggio della polio?