PAESAGGI

Ti sembra di vedere un pezzo di Liguria o di Sardegna o, addirittura, di Sicilia. Certo, le Cinque Terre te le puoi scordare, con le case abbarbicate, le chiesette messe sopra cime improbabili e il mare con tutti i blu immaginabili. E nemmeno vedrai mai il Nuraghe S’Arrubiu splendente nel cielo infuocato del Sarcidano al tramonto o il Teatro di Taormina che solo a pensarlo, messo lì al centro dell’universo, ti viene la pelle d’oca. Però, mutatis mutandis, come si dice, la California è davvero speciale e – se avrete la fortuna di farci un salto – riconoscerete che assomiglia non poco ai paesaggi, ai colori e agli odori che amiamo. Potrà persino capitarvi di mangiare, in Napa Valley - terra di vigneti rigogliosi a nord di San Francisco - dei mandilli al pesto buoni come a Recco (non esagero!), seguiti se vi fa piacere da un branzino alla ligure (!), rallegrato da un vinello bianco niente male e, per finire, macedonie sfavillanti. I californiani, insomma, non se la passano male - intendo quelli che un normale turista può incontrare nei normali tour stelle e strisce - vivendo in un paradiso che è bagnato non dal Mediterraneo, ma da quel glaciale e nervoso Oceano chiamato (chissà perché?) Pacifico. Se volete saperne di più sfogliate qualche bella guida turistica e non crederete ai vostri occhi: la vivace San Francisco tutta saliscendi con vista sull’onnipresente Golden Gate, la deliziosa Carmel a poche miglia dalle coste mozzafiato di Big Sur, i parchi memorabili dello Yosemite con le sequoia secolari o della Valle della Morte di una bellezza metafisica che non si può dimenticare. E c’è anche la mitica Los Angeles con Beverly Hills, Hollywood e Disneyland ecc. A proposito, restando nella cosmopolita città dello spettacolo e del business, potrebbe venirvi voglia di fare due passi a Santa Monica, una specie di Corso Italia (molto in grande) con una spiaggia interminabile di sabbia finissima dove è impossibile inciampare in quelle cartacce, lattine o cicche che sono invece scenografie quasi obbligatorie dalle nostre parti. Le cicche, in particolare, non le puoi trovare perché gli americani medi o sufficientemente benestanti non fumano proprio. E anche se vai in un locale di tendenza, tipo The Catch, stracolmo di giovani e belle ragazze perfettamente in tiro, una sigaretta non la trovi nemmeno a morire, semplicemente perché non ne hanno bisogno, a conferma di quello che da tempo va dicendo l’OMS: il tabacco nel mondo è un problema dei poveracci (la grande maggioranza dei fumatori vive nel Terzo Mondo) e degli sprovveduti. Gli altri si godono la vita senza buttarla via come una cicca, appunto. Non ci credete? Andateci appena possibile – Gulliver, se volete, vi accompagna volentieri, basta una telefonata almeno mezz’ora prima - e poi ci dite.