LA META’ PIENA di Atticus
diagnosi precoce dei tumori, assistenza sanitaria, assistenza psicologica ai malati oncologici e ai loro famil

CoL Centro oncologico Ligure diagnosi precoce dei tumori, assistenza sanitaria, assistenza psicologica ai malati oncologici e ai loro famil LA META’ PIENA di Atticus

LA META’ PIENA di Atticus

VERDI PERMETTENDO

 

E’ bellissimo lasciarsi andare alla musica giusta. E se non c’è, ogni tanto, ci vai col pensiero. Lei che ti prende per mano e ti porta nei suoi mondi speciali dove fa bene passeggiare, immaginare, riordinare i pensieri e i battiti del cuore, acquietandoli. O dandogli una diversa direzione o sequenza rispetto alle cose del mondo reale, quello tutt’intorno, confuso, violento e così spesso volgare. Può essere Mozart a fare il miracolo, o Puccini, o De Andrè e ogni volta ci sorprendiamo. E’ tutto un gioco della mente, certo, ma quei suoni, quelle voci, quei silenzi ci portano per un tempo imprecisato in un altro tempo, addirittura, appunto, in un altro mondo. Gli occhi, poi, si sa, bisogna aprirli ed eccoci di nuovo ad armeggiare col tran tran di tutti i giorni ed anche con imprevisti d’ogni sorta. Tutto lì? Tutti in attesa del prossimo Sanremo oppure dei concerti più o meno gradevoli che la vita ci propone e impone? Ma non siamo anche noi, volendo, dei suonatori? Non possiamo sentirci e funzionare come strumenti capaci di produrre, con un po’ di esercizio e dedizione, melodie niente male, sinceramente impensate, formando magari - con altre normalissime persone -  un gruppo, una band, un’orchestra e generare noi la nostra sinfonia o quello che è? Una tranquilla, piacevole e onesta performance per migliorare la nostra vita e magari, un pochino, quella degli altri? E non servono mica interpreti eccezionalmente virtuosi o memorabili, bastano suonatori che amino stare insieme ogni tanto, volenterosi sì, affidabili e preferibilmente puntuali. Ecco, c’è anche quest’altra musica, che non ti arriva nelle orecchie da chissà dove, per opera di chissà chi, talento o mostro sacro che sia, ma quella che fai con le tue mani, coi suoni che sai creare, combinare e donare tu. Non sarà, necessariamente, un mondo speciale quello che ne varrà fuori, ma quello che abbiamo costruito, ridisegnato, riparato oppure, rimanendo in tema, riorchestrato noi. Ecco dove va, Verdi permettendo, il pensiero.