LIBERI TUTTI

Ci sono le case di cartapesta (o alte il doppio del giusto) che cadono per scossoni del sottosuolo non irresistibili. Ci sono ragazzi che muoiono per pasticche avvelenate, dentro o fuori la movida, senza chiedersi cosa c’è dentro e cosa potrà succedere dopo lo sballo. Ci sono ciclisti che sono falciati da auto ubriache e quelli che si fanno falciare perché stanno in terza fila o a volte non rispettano gli stop (di questo si parla poco, di regola). Ma ci sono anche quelli inseguiti e travolti solo perché hanno scontrato uno specchietto. E che dire dei giovani laureati che parcheggiano sul posto dei disabili e poi (quando l’avente diritto li fa multare) scrivono parole vergognose, come l’ortografia? Ci sono poi gli inguaribili che – incatenati al Medioevo - continuano aggredire le donne solo perché vogliono vivere libere. Ci sono anche i gagliardi che si fanno il bagno nelle fontane storiche di Roma o si tuffano dal ponte veneziano (anche lui inutilmente storico) per puro diletto. Sempre attivi poi gli stakanovisti del cartellino: continuano a farselo timbrare da colleghi che, verosimilmente ricambiati, credono all’amicizia sopra ogni cosa (tanto i controlli non sono una regola, ma semmai una sfiga). Ci sono quelli disinteressati a tutto, eccetto che al lamento e non sfogliano un libro o un quotidiano neanche a morire, perché già sanno come gira il mondo. E non mancano - per forza di cose - gli onorevoli senza onore che, Costituzione alla mano, difendono il vitalizio ereditario alla faccia di tutto e di tutti, così solo per dare l’esempio. Ci sono le regole, insomma, ma anche i trucchetti, i rinvii, le distrazioni, i condoni, il quietovivere, il menefrego ecc. Nella cultura del pappa e ciccia non deve salvarsi nessuno e devono salvarsi tutti. D’altra parte se le regole non sono, – come vorrebbero i perfettini o i maniaci - strumenti per vivere insieme civilmente, ma solo bastoni tra le ruote, a che serve preoccuparsi? Ferie o non ferie, meglio liberi tutti, no?