FUMO NEGLI OCCHI: CONSUMO E CONSUMATORI
diagnosi precoce dei tumori, assistenza sanitaria, assistenza psicologica ai malati oncologici e ai loro famil

CoL Centro oncologico Ligure diagnosi precoce dei tumori, assistenza sanitaria, assistenza psicologica ai malati oncologici e ai loro famil FUMO NEGLI OCCHI: CONSUMO E CONSUMATORI

FUMO NEGLI OCCHI: CONSUMO E CONSUMATORI

I ricchi non sono scemi: mangiano meno, bevono meno, fanno vita meno sedentaria ingrassando meno e, soprattutto, fumano meno. Quindi hanno vite più lunghe e più sane. I problemi ce li hanno gli altri: i Paesi poveri o quelli (perennemente) in via di sviluppo. Ma anche quelle persone che, pur vivendo nei cosiddetti Paesi ricchi, hanno redditi più bassi o vivono meno fortunatamente: le donne e i giovani. In estrema sintesi questa è la fotografia del consumo di tabacco a livello internazionale, come viene descritta da un po’ di anni da un impressionante numero di rilevazioni scientifiche. Nel mondo più di un miliardo di persone fuma (oltre 11 milioni in Italia) e circa l’80% vive nei cosiddetti Paesi poveri. Si tratta di numeri in crescita: va detto chiaro, infatti, che, pur calando negli ultimi 25 anni le percentuali dei fumatori (del 28% tra i maschi e del 34% tra le femmine), la popolazione mondiale cresce e purtroppo anche il numero totale dei “consumatori”. Per la gioia di tutti i “profittatori” (leggi dopo), molto meno per i Sistemi Sanitari che devono far fronte ad un numero crescente di malattie tumorali e cardio-vascolari correlate al fumo. Alla fine i decessi superano i 6 milioni ogni anno, mentre sommando malattie e morti premature si superano i 16 milioni di casi con un costo sanitario che va oltre i 1000 miliardi di dollari per anno. L’impatto è semplicemente devastante, soprattutto là dove le economie sono fragili, le risorse limitate o mal gestite, l’amministrazione pubblica corrotta. In termini medico-scientifici è giusto chiamare – come fa l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) - questa diffusione “epidemia” per le caratteristiche e le conseguenze socio-sanitarie del fenomeno. Certo, parlando di mortalità per cancro polmonare, è positivo che stia scendendo nei Paesi ricchi tra i maschi adulti col calo dei fumatori, tuttavia preoccupa molto il costante (e prevedibile) aumento tra le donne per il fenomeno esattamente opposto. Che dire poi dei numeri (in crescita) relativi all’abitudine al fumo tra i giovani e i giovanissimi? Nel nostro Paese, per esempio, tra i 15 e i 17 anni uno studente su quattro fuma e le ragazze lo fanno ben prima dei coetanei maschi. Mancano i dati precisi sul fumo passivo inalato dai minori, sappiamo però che oltre il 49% dei genitori col vizio dichiara incredibilmente di fumare in presenza dei figli. A questo punto, guardando ad uno scenario di questa portata e al futuro prossimo venturo, la parola preoccupazione forse non basta più.