INTORNO A NOI di Gulliver
diagnosi precoce dei tumori, assistenza sanitaria, assistenza psicologica ai malati oncologici e ai loro famil

CoL Centro oncologico Ligure diagnosi precoce dei tumori, assistenza sanitaria, assistenza psicologica ai malati oncologici e ai loro famil INTORNO A NOI di Gulliver

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I NUMERI (BELLI E BRUTTI) DEL CANCRO

Gli oncologi italiani danno i numeri, per fortuna. In collaborazione con gli epidemiologi dei Registri Tumori anche quest’anno forniscono un dettagliato rapporto sulla distribuzione dei tumori nel nostro Paese, guardando ai dati complessivi, ma anche regione per regione e confrontandoli con quelli europei. Una fotografia preziosissima per capire come funziona la Sanità italiana in campo oncologico e monitorare se e quanto sono attive la cultura e la pratica della prevenzione, in termini di responsabilità collettiva e personale. Come sono, allora, questi numeri, belli o brutti? La risposta è complessa, ma nello stesso tempo facile: sono belli e brutti insieme. Da dove vogliamo partire, allora? Forse è meglio partire dalle belle notizie perché ci rincuorano e, in qualche modo, ci motivano ad andare avanti. In Italia i malati di cancro vivono di più perché la diagnosi precoce in molti casi funziona e così pure le terapie integrate sono capaci di ridurre, controllare, addirittura eliminare il cancro quando è scoperto in stadio iniziale. Globalmente, negli uomini l’incidenza dei tumori si riduce in maniera significativa: oltre ai tumori del polmone e della prostata, per la prima volta si assiste anche ad un calo dei tumori del colon-retto, il che dimostra come i programmi di screening ben organizzati possano avere un impatto positivo. Nelle donne, invece, l’incidenza complessivamente appare stabile, anche se vanno sottolineati l’ aumento dei tumori mammari in donne ancora giovani (45 e i 49 anni) e soprattutto l’incremento dei tumori polmonari dovuto all’ abitudine al fumo che, a differenza di quanto si registra tra i maschi adulti, non accenna a diminuire. La mortalità continua a scendere in maniera significativa in entrambi i sessi, mentre la sopravvivenza dei pazienti affetti da tumori in Italia è mediamente più elevata rispetto alla media europea per molte sedi tumorali pur restando purtroppo differenze Nord-Sud ancora difficili da eliminare. In Italia, comunque, i nuovi casi di cancro sono ancora mille al giorno (365.000/anno) il che conferma che stiamo parlando di una malattia sociale pesantissima. Questo dato, combinato ai miglioramenti diagnostico-terapeutici, spiega la prevalenza dei tumori in Italia: sono oltre 3 milioni le persone che vivono con questa malattia (5% della popolazione). Il che ci mette di fronte a problematiche assistenziali, sociali ed economiche di portata enorme di fronte alle quali siamo impreparati, a fronte di una crisi che persiste da anni. Ancora una volta si conferma la vecchia teoria: la cosa migliore da fare è non ammalarsi, cioè privilegiare il più possibile la prevenzione. Il SSN da solo non ce la può fare, specie se si conferma la tendenza a contrarre gli investimenti. Quale crescente ruolo può giocare, allora, il volontariato? Nella sua prefazione al rapporto degli oncologi italiani il Ministro Lorenzin parla del ruolo strategico svolto dal volontariato che va considerato un’importantissima risorsa: promuove legami sociali, cultura della solidarietà, supporto alle categorie più deboli “condividendo con i pazienti e i familiari un percorso spesso complicato, ma che può diventare fonte di crescita individuale e collettiva”. Sono parole significative. Gli amministratori regionali le leggeranno? Anche in Liguria?