VERSO LA SALUTE
diagnosi precoce dei tumori, assistenza sanitaria, assistenza psicologica ai malati oncologici e ai loro famil

CoL Centro oncologico Ligure diagnosi precoce dei tumori, assistenza sanitaria, assistenza psicologica ai malati oncologici e ai loro famil VERSO LA SALUTE

VERSO LA SALUTE

A scuola - l’abbiamo già scritto più volte – i nostri educatori torneranno anche nel prossimo anno scolastico. Riprenderanno i nostri temi di educazione alla salute (junk food, alcool e sicurezza stradale, fumo e dipendenze) coinvolgendo più ragazzi, più genitori e, naturalmente, più insegnanti. Questo è l’impegno. Ma prima di ricominciare con le lezioni e i giochi interattivi non sarebbe utile dare una definizione di “salute”? Che per alcuni è un concetto persino ovvio: siamo in salute quando stiamo bene, no? La cosa, però, non è così semplice. L’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 1948 definì la salute come “uno stato di completo benessere fisico, psichico e sociale”: definizione forte e assoluta che cancellò per sempre l’idea che la salute fosse solo “assenza di malattia”. Fu una conquista, certo, ma provocò discussioni a non finire perché, ad essere sinceri, il “completo benessere” è solo un’utopia e può portare fuori strada gli ingenui o i poco informati. Non potendo raggiungere mai il benessere completo, la salute dovrà allora essere qualcos’altro. Alla fine molti si sono convinti che la salute, forse, sia solo la capacità di adattarsi in modo consapevole e positivo alle alterne fortune della vita. Non uno stato, ma uno stile. Non una meta, ma un percorso. Ci sono - tanto per dire - malati di tumore che, grazie alle cure efficaci, si sentono più “sani” di quelle persone che, pur non avendo alcuna magagna, si lagnano da mattina a sera. Cosa c’entra tutto questo con l’educazione alla salute nelle scuole? C’entra perché se non ci intendiamo sulle parole rischiamo di creare aspettative o confusione fuori luogo. Anche le parole - avendo significati mutevoli, a seconda dei contesti - meritano la giusta attenzione. Usandole dovremmo essere prudenti e consapevoli. I nostri ragazzi, ad esempio, lo sono? Si scambiamo ogni giorno milioni di messaggi con smartphone e tablet, ma – questo dicono gli esperti - hanno vocabolari sempre più poveri: usano sempre gli stessi termini e li usano male. L’aggiunta di faccine più o meno buffe non migliora lo stato delle cose. Il che dovrebbe preoccupare poiché ne derivano comunicazioni e relazioni ugualmente povere. Anche le parole, quindi, come le cose, le persone, le culture, la natura - che esse ci aiutano a descrivere e trattare più o meno civilmente – meritano cura. La parola “salute” - viste le implicazioni e le ambiguità che comporta - merita rispetto speciale. Entrando in classe per parlare di cibo spazzatura o di alcool occorrerà, perciò, dire qualcosa al proposito. Evitando calorie e fumo ti ammalerai meno, certo, ma per “sentirsi in salute”, purtroppo, non basta. E’ solo l’inizio. Il verso giusto.