INTORNO A NOI di Gulliver
diagnosi precoce dei tumori, assistenza sanitaria, assistenza psicologica ai malati oncologici e ai loro famil

CoL Centro oncologico Ligure diagnosi precoce dei tumori, assistenza sanitaria, assistenza psicologica ai malati oncologici e ai loro famil INTORNO A NOI di Gulliver

INTORNO A NOI di Gulliver

LA PREVENZIONE, IL FUTURO E LA MANNA

La prevenzione in Italia zoppica, non è in buona salute. Siamo tra quelli che spendono meno in questo campo e non solo in questo. Perché stupirsi, allora, se ci si ammala di più? E non siamo poi così bravi nemmeno in fatto di assistenza. Risultato finale: viviamo di meno, alla faccia di elisir e sinfonie varie che promettono eternità. E’ proprio questo – il calo, sia pure modesto, dell’aspettativa di vita - il dato più incredibile (per altro già anticipato dall’ISTAT) dell’ultimo Rapporto Osservasalute 2015, elaborato da una rete universitaria di Istituti di Igiene capeggiati dall’università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, in collaborazione con altre istituzioni qualificate. Girovagando tra le quasi 600 pagine del maxirapporto, frutto del lavoro di quasi duecento ricercatori, si può scoprire lo stato di salute degli italiani e riflettere un pochino sulla qualità dell’assistenza (sempre più disomogenea) nelle regioni italiane. Di questo panorama non poco inquietante possiamo qui citare solo gli aspetti salienti. L’Italia, si sa, rimane un paese sempre più vecchio: oltre un italiano su 5 ha più di 65 anni, con anziani e grandi vecchi in crescita, addirittura triplicati dal 2002 gli ultracentenari. Dovrebbe preoccupare non poco il fatto che il Belpaese destina alla prevenzione il 4.1% della spesa sanitaria totale, numeri che ci posizionano tranquillamente agli ultimi posti in Europa. E anche i famosi Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) , che dovrebbero essere garantiti a tutti, non sono applicati ovunque, specie nelle regioni ancora impegnate con i piani di rientro dal deficit. Poi ci sono le note dolenti delle vaccinazioni in calo (l’antiinfluenzale per gli over 65, per esempio, copre solo il 49%, ben al di sotto del 75%, valore considerato minimo), degli screening oncologici mai partiti o attivi a macchia di leopardo, delle disuguaglianze crescenti tra Nord e Sud. Mentre aumenta l’incidenza di tumori killer – soprattutto mammella e polmone per le donne, colon-retto per gli uomini – la spesa sanitaria pro capite risulta molto più bassa che in altri paesi: se nel 2014 abbiamo speso 1817 euro a testa, il Canada ha speso 100% in più, la Germania il 68 e la Finlandia il 35. E’ vero che così si riduce il disavanzo sanitario nazionale, ma per quanto si potrà andare avanti così? Una tale politica quale futuro ci sta preparando? Già ora una buona fetta di cittadini è costretta a svuotare il portafoglio per garantirsi visite ed esami, ma più di 4 milioni ci ha già rinunciato e basta. Per fortuna si fuma e si beve un po’ meno (anche se per i giovani e le donne andrebbe fatto un discorso a parte) e anche i sedentari sono in diminuzione, ma perché aumentano gli obesi e i sovrappeso nella patria della cosiddetta dieta mediterranea? Considerando che aumenta il consumo di antidepressivi e anche i suicidi (prerogativa dei maschi) stanno un po’ crescendo la fotografia dell’Italia ci appare triste e preoccupante. Il futuro è tutto da costruire, insomma, e sperare che siano gli altri, sempre e comunque, a farlo per noi è un’idea utopistica e francamente insostenibile. Sarà meglio rimboccarsi le maniche e come prima cosa – ma questo lo suggerisco a mo’ di esempio – iscriversi al più presto al CoL aderendo all’unica filosofia responsabile, praticabile ed efficace: uno per tutti e tutti per uno. Non so voi, ma non prevedo, infatti, alcuna manna dal cielo.

(Foto- Giacomo Valenti)