INTORNO A NOI di Gulliver
diagnosi precoce dei tumori, assistenza sanitaria, assistenza psicologica ai malati oncologici e ai loro famil

CoL Centro oncologico Ligure diagnosi precoce dei tumori, assistenza sanitaria, assistenza psicologica ai malati oncologici e ai loro famil INTORNO A NOI di Gulliver

INTORNO A NOI di Gulliver

VOCI PICCOLE E PICCOLE COSE

Per quale motivo un essere umano si imbottisce di esplosivo e si fa saltare in aria? Metropolitana, aeroporto, stadio, parco, mercato: non importa dove, purchè ci sia tanta gente, tanto rumore e soprattutto tante voci che piangono, dopo. Per quale motivo? Da piccolo sentivo dire spesso “quando non sai cosa dire, fai la voce grossa”: questa frase mi sta girando nella testa ora e non so come fermarla. Devo farlo? Sono 41 i morti e oltre 100 i feriti dell’attentato suicida avvenuto dopo una partita di calcio in un villaggio iracheno, a circa 50 chilometri a sud di Baghdad. Se n’è parlato pochissimo: dalle notizie frammentarie a disposizione sembrerebbero 17 le vittime di età compresa tra i 10 e i 16 anni: ragazzi. Lo Stato Islamico ha rivendicato l’attentato. Nel giorno di Pasqua 72 morti e oltre trecento feriti nel Pakistan orientale, a Lahore, in un parco cittadino. Attentato suicida, di nuovo, questa volta ad opera di un gruppo talebano: le vittime sono prevalentemente cristiani in festa, in maggioranza donne e bambini che hanno, si sa, voci piccole. Il Papa e Obama hanno definito vile e codardo questo gesto pazzesco. Ma si può definire così un gesto pazzesco? Mi sembrano parole piccole per definire qualcosa di smisuratamente grande. Ci sono troppe cose dietro fatti così mostruosi: fede religiosa e pusillanimità contano così tanto? Come in tutte le crociate, da che mondo è mondo, quale ne sia stendardo, ci sono in ballo soprattutto interessi economici, ambizioni politiche, patologie della mente, vite disperate e facilmente manipolabili, connivenze e ipocrisie d’ ogni sorta (soprattutto in doppiopetto), odii antichi e irrisolti, sofferenze recenti e tragicamente incapaci di esprimersi in parole comprensibili e condivisibili. Troppe cose ci sono li dentro, penso alle voci altolocate che tramano nell’ombra ricordandoci un po’ quella che una volta chiamavamo, in altri contesti, “strategia della tensione”. E poi ci sono i pazzi di turno che urlano Allah Akbar perché non hanno nient’altro a cui inneggiare. E poi ci sono, l’ho già detto, le voci piccole delle vittime. Fra queste ci metto quella di Giulio Regeni, il nostro giovane ricercatore morto in molti modi (ogni giorno gli inquirenti egiziani ne scovano uno diverso) nella capitale di un Paese cosiddetto “amico”. La madre ha potuto riconoscerne il viso orribilmente sfigurato da pugni e ferite di ogni sorta sulla base di un piccolo dettaglio: la punta del naso. Questa metafora riesce a illuminarci, alla fine. Si potrebbe, forse, nella nostra vita, ripartire dai piccoli dettagli, cercare e ascoltare le piccole voci, intorno a noi. E poi, volendo, ogni giorno fare piccole cose, non importa dove e come. Un pezzetto alla volta. Che importa quanti siamo?