INTORNO A NOI di Gulliver
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IL GALLO, LA MUSICA POP E LA MAIONESE

In un mondo abitato da persone che, per disparati (o disperati?) motivi, preferisce cantare sempre la stessa musica (quella dei propri interessi o di chi fa il bello e cattivo tempo), fa piacere sapere che qualcun altro, per motivi del tutto differenti, ama il canto libero. Con voce limpida, stile convincente, passione i grandi concerti - anche quando, per forza di cose, mancano le grandi folle - canta canzoni coraggiose che forse non piacciono a tutti, soprattutto ai ben piazzati. Si ostina addirittura a cantare in un gruppo che non è molto numeroso per la verità, ma piuttosto ben intonato. Sto parlando di una rivista che si chiama “Il Gallo”. Pur essendo un discreto viaggiatore - soprattutto di testa - non ho dovuto fare molta strada per trovare, anzi ritrovare, fuor di metafora, gli animatori di questo mensile: fondato incredibilmente a Genova nel 1946 da un impiegato delle Ferrovie con alcuni amici (laici e religiosi), è tuttora vitalissimo e ha sede in Galleria Mazzini. Da settant’anni (appena festeggiati al Ducale) i redattori fanno sentire la loro voce, appunto, fuori del coro, anche se adesso con papa Francesco sono meno soli: rivista laica che parla di fede e impegno sociale, letteratura e spiritualità, coerenza e responsabilità. Non è musica pop la loro, si capisce, ma ha anticipato in tempi durissimi - non solo per la Chiesa - le aperture del Concilio Vaticano II confermando negli anni l’attualità faticosa del dialogo sempre e comunque con tutti. I tempi sono cambiati, acqua ne è passata d’ogni sorta, ma non l’entusiasmo di confrontarsi con la modernità, la scienza, la tecnologia in tutte le loro sfaccettature, belle o brutte: sono le sfide dei tempi che dobbiamo affrontare non solo con la fedeltà al Vangelo (questo vale per chi crede), ma anche con l’onestà delle scelte e dei comportamenti: questo vale per tutti. Non occorre qui raccontare la storia di questa “alleanza” tra redattori un po’ fuori degli schemi perché è descritta in dettaglio sul sito www.ilgallo46.it. Qui mi piace dire il piacere di sfogliare – prima ancora di leggerla – la rivista nella sua sobria bellezza. Il che mi riporta alla mente quando lo feci la prima volta: avevo quindici anni, al Liceo Colombo la mia prof di Lettere (lei mi ha insegnato a viaggiare soprattutto di testa) ce ne portò un giorno una copia per farcela scoprire. Già allora alle riviste era richiesto ben altro look per sfondare nel mondo sempre più affollato (e spesso vuoto) della carta stampata, ma quei fogli un po’ ruvidi e eleganti, quegli articoli coraggiosi e mai gridati hanno lasciato un piccolo segno non solo dentro di me, se ancora siamo qui a parlarne. Così oggi in piazza Matteotti, alla Libreria delle Edizioni Paoline (non la trovate in edicola per gli alti costi) ne ho comprato qualche copia: con tre euro e mezzo ci compri un tramezzino e un bicchiere (piccolo) di minerale! In attesa che parta il mio abbonamento stasera ho qualcosa da leggere. E, grazie a Dio, senza la solita maionese che, come un tran tran, mi va sù e giù, noiosamente.