LE 640 MANI DI SABRINA

Dove le metti seicentoquaranta mani? In quali tasche possono stare? In quale angolo della vita? Ci ho pensato e ripensato contando i biglietti della lotteria che sono stati venduti quest’anno. E incappando inevitabilmente in quelle seicentoquaranta mani. Perché alla fin fine è sempre una faccenda di mani. Che riportano sempre alla stessa persona: la conosciamo benissimo perché ogni volta che c’è in ballo la Lotteria lei sfodera mani da tutte le parti, a centinaia. Col risultato finale che vende biglietti più di chiunque altro e a chiunque altro abbia la fortuna di conoscerla, incontrarla e ascoltarla lei parla di noi, del nostro lavoro quotidiano, dei nostri progetti. E giù biglietti. Se lavorasse in RAI, Sabrina – abbiamo già parlato di lei due anni fa, nella stessa occasione - il CoL sarebbe conosciuto ai quattro angoli del Paese, saprebbero tutto di noi i sordi e i muti, i potenti e i nullatenenti, i bambini e gli anziani, da Bolzano a Trapani. D’accordo, non è alla RAI, ma questa magia delle seicentoquaranta mani come si produce? Perché di magia si tratta, non ci può essere altra spiegazione. Pozioni e formule misteriose, forse. Oppure agisce grazie agli occhi grandi e apparentemente inoffensivi: lei ti parla come se niente fosse e per qualche strano magnetismo non puoi fare a meno di mettere le mani in tasca e tirar fuori quello che lei ti chiede per darti quei bigliettini numerati e vincenti. Magari, invece, ti ammalia con parole ipnotiche e assolutamente persuasive producendo lo stesso infallibile (o quasi) risultato: le tue mani (con la manciata di euro richiesti) che diventano le sue, cioè, alla fine, le nostre. Ecco queste seicentoquaranta mani – così dev’essere successo – hanno toccato le sue e ora toccano tutti noi perché, se la matematica non è un’opinione, sono milleseicento gli euro raccolti da Sabrina a favore del nostro imminente progetto di educazione nella scuola. E’ bella questa magia pratica che nasce da relazioni, da fiducia, da parole, da sorrisi. Che è o diventa stretta di mani, vicinanza, forza tranquilla, per un attimo intimità, forse. Non cambieremo il mondo per magia, questo no, ma intanto già stiamo meglio. In questa tasca, in questo angolo della vita le mani sono davvero tante e, per un tempo forse un po’ breve, non ci sentiamo più soli.