I RAGGI O LE MANI?
diagnosi precoce dei tumori, assistenza sanitaria, assistenza psicologica ai malati oncologici e ai loro famil

CoL Centro oncologico Ligure diagnosi precoce dei tumori, assistenza sanitaria, assistenza psicologica ai malati oncologici e ai loro famil I RAGGI O LE MANI?

I RAGGI O LE MANI?

Se una domanda è stupida non avrà mai la risposta giusta. Andrà cambiata, piuttosto, cioè formulata in modo migliore. Un esempio? Prendiamo coloro che, volendo diagnosticare precocemente un tumore mammario, si chiedono: meglio una mammografia o una visita? Come vedremo più avanti non sono esami alternativi, bensì complementari, ma procediamo con ordine. Da fonti scientifiche di qualità (non generici articoli divulgativi, magari su Internet) è facile sapere che l’accuratezza diagnostica della mammo è sicuramente più alta, aggirandosi intorno al 70-80%, a seconda delle situazioni. Essa, in ogni caso, non è e non sarà mai del 100%: un 20-30% per cento di tumori, cioè, non può essere “visto” da questo esame. La prestazione di un medico, anche molto preparato ed esperto, non può raggiungere questi valori. Significa, allora, che una mammografia può sostituire una buona visita senologica? Se la mammo è negativa, posso dormire sonni tranquilli e va bene così? Sarebbe utile e interessante parlare di falsi positivi e negativi (di quando, cioè, ci si spaventa per niente o ci si fida più del dovuto), ma qui conviene una strada più semplice. Usando una metafora potremmo dire che una buona mammografia è come un buon tetto sulla testa di una donna: se è solido e affidabile tranquillizza sicuramente, ma è sempre e solo un tetto, non sarà mai una casa vera e propria! Nella nostra visione una visita ben fatta rappresenta, invece, la casa nel suo insieme: un “contesto” accogliente dove si fanno tante cose diverse. E’ in quella “casa”, insomma, che si decide, ad esempio, quale esame sia meglio fare (mammo? eco? risonanza?), ogni quanto tempo e in che modo integrarlo: caso per caso, senza automatismi. Nel corso della visita, quindi, si fanno molte più cose che non la semplice palpazione, che pure è molto importante. Questa viene fatta da mani esperte, guidate da una mente esperta secondo un programma che non è standard, ma basato su specifiche domande: quanti anni ha la donna? Che tipo di seno? Ha una famigliarità per cancro della mammella? Quali sono gli altri fattori di rischio? La mammografia, pur essendo uno strumento diagnostico sofisticato ed efficace, non parla, non spiega, non considera i contesti e soprattutto non ascolta. Ecco, le tecnologie (come pure i radiologi, per lo più abituati a “dialogare” solo con macchine e immagini) non ascoltano i bisogni, le paure, le incertezze che ogni donna vive quando si parla di tumore mammario. Per questo da sole non bastano! Meglio andare in una Centro di tua fiducia (il CoL, ad esempio), dove uno specialista può guidarti in un percorso dedicato e integrato. Lui – restando in metafora - sa l’importanza del tetto, ma anche delle finestre, dei muri e dei solidi pavimenti. Combinando al meglio le cose sa stare coi piedi per terra, insomma, senza montarsi la testa e nemmeno tenerla tra le nuvole. E le mani – visto che di mani si parla tanto in questa Newsletter - le usa in tanti modi diversi: per visitare, tranquillizzare, scrivere gli esami giusti e, alla fine, magari bersi un bicchiere d’acqua. A forza di parlare ne avrà pur bisogno, non vi pare? Non è mica un mammografo lui!