IL PATTO - FANTASMA
diagnosi precoce dei tumori, assistenza sanitaria, assistenza psicologica ai malati oncologici e ai loro famil

CoL Centro oncologico Ligure diagnosi precoce dei tumori, assistenza sanitaria, assistenza psicologica ai malati oncologici e ai loro famil IL PATTO - FANTASMA

IL PATTO - FANTASMA

Sarà per via del questionario che abbiamo cominciato a distribuire ai soci nel giugno scorso e che ridaremo in una versione migliorata. Sarà per via di alcuni episodi un po’ antipatici che, per quanto sporadici, ci capita di dover gestire alla reception dei nostri ambulatori. Oppure sarà semplicemente per via delle ferie che aiutano i saggi pensieri. Quale che sia il motivo, appena rimesso piede al CoL, ci è tornato alla mente il Patto tra Soci che l’Assemblea del 4 aprile 2014 approvò all’unanimità. Quel patto chiaro e condiviso nasceva, in effetti, da alcune necessità: in un’associazione che cresce, crescono non solo i soci, i servizi, i bisogni, ma anche le difficoltà di accordare le esigenze (non sempre coincidenti) dell’associazione e dei singoli. Di qui l’urgenza di approntare un documento sintetico che riassumesse principi e regole a cui tutti, nel rispetto dello Statuto, devono attenersi. Per entrare a far parte del CoL - così decidemmo - occorre conoscere, oltre allo Statuto, anche il Patto che deve essere letto e firmato. Purtroppo alcuni recenti episodi ci fanno pensare che il Patto sia un vero e proprio “fantasma” per certi soci che sembrano comportarsi non come “reali proprietari del CoL” (come recita l’articolo 2), ma genericamente come “utenti”. Viene da chiedersi: conoscono bene il CoL e noi loro? La parola (bruttarella) “utenti” definisce i cittadini che - attraverso il pagamento di tasse e tickets oppure di onorari spesso salati - usufruiscono di servizi in strutture del SSN o di Enti privati. Il CoL, non chiedendo tasse, tickets e onorari, ha solo soci e non ha utenti. Chi condivide la filosofia mutualistica della nostra un’associazione non profit, può chiedere di farvi parte: accede così (art. 3) a servizi di qualità pagando corrispettivi imparagonabili a quelli di altri. Tutto ciò sarebbe impossibile senza i volontari la cui buona volontà (art. 4) merita la stima e il riconoscimento di tutti. Se così stanno le cose, una socia non dovrebbe perdere le staffe solo perché non riesce ad avere il referto di un Pap test in due settimane (in quale ASL la consegna avviene in meno di 30 giorni?). Come spiegare, poi, i modi sgarbati dei soci che, continuando a prenotare visite a cui non si presentano, si sentono offesi perché al telefono uno di noi chiede spiegazioni e rammenta gli obblighi sociali? Gli articoli 5 e 7 ricordano rispettivamente sia gli obblighi di educazione nei rapporti interpersonali (anche al telefono), sia la responsabilità di rispettare date e orari di visita. Piuttosto criticati sono stati, poi, i provvedimenti ipotizzati all’art. 8 (e poi, per forza di cose, adottati) per scoraggiare i soci che non disdicono almeno 24 ore prima gli appuntamenti di nutrizione e psicologia causando costi, ritardi e disservizi insostenibili: ogni socio, in quanto proprietario del CoL, non dovrebbe avere interesse affinchè tutto vada in modo ordinato e efficiente? Altri soci vorrebbero, invece, presentarsi senza prenotazione e solo in giorni e orari a loro comodi: sentendo che ciò è impossibile affermano, con scarso senso della realtà, che conviene andare altrove (dove?). Quanto ai pareri circa l’insufficiente informazione riservata ai soci, è giusto valutarli bene, anche alla luce dei questionari finora compilati. Tuttavia se alcuni continuano a non leggere i depliant, a non guardare i monitors installati negli ambulatori, a non entrare mai nel sito Internet e neppure a sbirciare ogni tanto la Newsletter, quale soluzione magica possiamo escogitare? Per partecipare alla vita di una associazione non basta iscriversi e fare una visita ogni tanto: senza la presenza e la passione di tutti si cade in quella “modernità liquida” descritta da un famoso sociologo polacco. O addirittura in una modernità ancora più slegata e inconsistente: quella abitata da fantasmi con la testa fra le nuvole e il nasino all’insù. E’ mai possibile?