GIORGIO E SERGIO, PER ESEMPIO

E’ stata una bella meteora con qualche, si spera, benefico strascico. Giorgio Pagano - per dieci anni sindaco di La Spezia poi “scomparso” nel volontariato sociale e nella cooperazione internazionale, senza incarichi e appannaggi di sorta – ha fatto la sua breve e dignitosissima comparsa nella campagna elettorale ligure. Chiamato da gruppi diversi a guidare una lista alternativa che mettesse al centro del suo programma la difesa della legalità, del lavoro, del territorio e della sanità pubblica ha provato a fare sintesi di idee e anime differenti e litigiose: non riuscendoci per tanti motivi ha deciso con discrezione e rispetto di rinunciare. Gli hanno offerto posto e stipendio sicuri, ma lui ha detto grazie, non è quello che chiedo alla politica: tra avventurieri senza principi che urlano e spartiscono a più non posso non sembra un personaggio rubato alla fantascienza o al romanticismo d’altri tempi?

In Puglia, invece, l’ex Consigliere Regionale Sergio Blasi ha rinunciato al vitalizio di 4322 euro lordi, primo caso nella storia di quella regione. “C’è qualcosa di profondamente ingiusto – così ha dichiarato - nel fatto che un consigliere regionale dopo solo 5 anni di lavoro, peraltro ben pagato, debba maturare una lauta pensione. E’ un privilegio che stride con la realtà… Chi fa politica a sinistra deve impegnarsi in prima persona per smantellare quei privilegi che hanno contribuito al divorzio tra la politica e i cittadini... E siccome senza gesti concreti anche le teorie più affascinanti diventano poco credibili, ho semplicemente messo in pratica quello che penso, rinunciando al vitalizio regionale”.

Non volendo usare – per antipatia verso ogni forma di retorica – aggettivi tipo “corretti, coerenti, esemplari”, come potremmo definire, con tre sillabe soltanto, i comportamenti di Giorgio e di Sergio? Va bene la parola “paterni”?