PIETRE VIVE

Non vive in Spagna, non è di passaggio, non è una turista e, nemmeno, a essere sinceri, una guida turistica. Eleonora è italianissima, risiede ad Asti, fa tutto l’anno la farmacista eccetto queste due settimane di luglio dove la potete incontrare a Santiago di Compostela. Cosa ci fa una dottoressa con la maglietta verde e il sorriso simpatico fuori della Cattedrale di questa stupenda città dove, si dice, siano conservati i resti dell’apostolo Giacomo? Non ha nemmeno l’aspetto e il portamento dei tanti pellegrini che qui arrivano guidati dalla fede o da una personalissima ricerca di senso. Si avvicina e dialoga coi turisti che, credenti o meno, vogliono farsi abbagliare dalle architetture e dalle opere d’arte di questa chiesa sontuosa: li accompagna, quindi, se la cosa è gradita, in una preziosa e intrigante visita guidata affinchè possano trovare o ritrovare, se vogliono, la maestosità del messaggio evangelico. Eleonora è convinta, infatti, che le pietre di questa cattedrale, come di tantissime altre del mondo cristiano, siano vive e dicano molte cose sulla 

storia della Chiesa Cattolica, sugli uomini e sulle donne che l’hanno fatta e sul significato del loro lavoro artistico e non solo. Eleonora - non voglio più tenervi sulle spine – è volontaria di “Pietre Vive” , un’associazione giovanile internazionale attiva da alcuni anni che fa riferimento alla Compagnia di Gesù, quella di papa Francesco, per intenderci. 

Questi ragazzi vivono una intensa vita comunitaria e credono fortemente nel potere evocativo e spiritualmente formativo delle immagini per cui - grazie ad un impegnativo percorso di formazione e aggiornamento - sono a disposizione di tutti per illustrare i capolavori dell’arte cristiana in chiave di evangelizzazione e di riscoperta religiosa. 

Il turista interessato – tra mille rumori, acquisti, programmi spesso dispersivi e assai poco “religiosi” - può avvicinarsi all’arte, ma insieme, inaspettatamente, al dialogo, alla meditazione e, anche, alla fede. Così finisce che, allontanandosi dai soliti posti, ci si ritorna dopo un viaggio più o meno lungo: i posti sono sempre gli stessi, siamo noi che non lo siamo più. Siamo, in qualche modo, diventati pietre vive anche noi.