LA METÀ PIENA di Atticus
diagnosi precoce dei tumori, assistenza sanitaria, assistenza psicologica ai malati oncologici e ai loro famil

CoL Centro oncologico Ligure diagnosi precoce dei tumori, assistenza sanitaria, assistenza psicologica ai malati oncologici e ai loro famil LA METÀ PIENA di Atticus

LA METÀ PIENA di Atticus

IL CASO E IL CAUCASO

Conoscete la storia sfortunata di Prometeo, il titano libertario e benefattore dell’umanità?  Un brutto giorno si trovò incatenato a una rupe del Caucaso e non per caso: come racconta la mitologia greca, aveva rubato il fuoco agli Dei per donarlo agli uomini - che aveva forgiato con le sue mani e amava più dell’Olimpo - così Zeus decise di punire il gesto di sfida in modo esemplare. Per onestà va detto che il nostro eroe era un recidivo, avendo già rubato da uno scrigno divino, sempre a beneficio degli uomini, intelligenza e memoria, virtù spesso sprecate, ahimè, nel corso della storia, come dimostrano anche i nostri recenti post-lockdown (se no, come si ripeterebbero le pandemie?).

Solo che il re degli Dei non s’ accontenta e completa il supplizio incaricando un’aquila di divorare il fegato al poveretto: di giorno l’organo prezioso viene straziato, mentre di notte si rigenera, per misteriose doti e tutto questo per l’eternità (a liberare Prometeo passerà più tardi il generoso Eracle, ma quella è un’altra storia).

Sapete perché venne scelto proprio quell’organo lì, e non, che so, la milza o un rene? La scelta, ancora una volta, non avvenne a caso: per gli antichi greci (e non solo per loro) il fegato rappresentava il coraggio, l’ardimento, l’intraprendenza. Virtù più di pancia che di testa, dirà qualcuno, ma indispensabili per chi vuole – diversamente dai contemplativi o dagli speranzosi in panciolle - una vita piena. Ma allora, se le cose stanno davvero così e il fegato è condannato a consumarsi (ai nostri giorni non per colpa di Zeus e dell’aquila, ma di tante Multinazionali che a tavola ci infliggono mille schifezze da bere e mangiare h24) siamo certi che il futuro si metterà bene? E se la psicologia conferma, almeno in parte, la mitologia, non sarebbe il caso di guardare ai problemi che abbiamo di fronte (virali e non) con atteggiamenti finalmente  nuovi? Dopo la terza ondata del Coronavirus, infatti, arriveranno anche la quarta e la quinta se non ci appassioniamo alla vita nel modo giusto: scienza e sentimenti dovrebbero andare a braccetto, mettersi d’accordo insomma. E noi con loro. Quanto agli sfegatati o ai fanatici di natura, non gli conviene cantar vittoria perché ogni eccesso, si sa - e il mito conferma -  provoca logoramento e guai. Con la differenza che alla lunga il gioco della rigenerazione s’inceppa. A un certo punto mito e realtà fanno strade diverse e il salvatore Ercole non passa più. Per noi non vale il caso e nemmeno il Caucaso.