LA META’ PIENA di Atticus
diagnosi precoce dei tumori, assistenza sanitaria, assistenza psicologica ai malati oncologici e ai loro famil

CoL Centro oncologico Ligure diagnosi precoce dei tumori, assistenza sanitaria, assistenza psicologica ai malati oncologici e ai loro famil LA META’ PIENA di Atticus

LA META’ PIENA di Atticus

GRAZIE A LUI E A LORO

E’ davvero antipatico a dirsi, di questi tempi, ma forse è anche grazie a lui - a quello sgorbio microscopico e infame, il Coronavirus - che tutta l’Italia sta riscoprendo e riflettendo su un bel po’ di cose che facilmente dimentichiamo. Proviamo a ripassarle insieme.

La salute è la cosa più importante. Lo diciamo spesso, con tanta buona retorica, ma lo pensiamo sul serio quando va tutto bene? C’è da dubitare, guardando i soliti  comportamenti degli italiani a tavola, al bar, per strada, in macchina. Quanti  (fragili e anziani, soprattutto) fanno il vaccino antiinfluenzale ogni anno, ad esempio? Ora il Governo - con provvedimenti mai visti prima - ci impone di  cambiare un bel po’ di abitudini, individuali e collettive, visto che da soli non siamo capaci di farlo. Ci costringe a cambiare lo “stile di vita”, insomma, quello strano insieme di cose che si legge non solo sui libri e che, ad esempio, gli educatori del CoL insegnano ai ragazzi nelle scuole. Sarà la volta buona? Impareremo?

Dicono che il nemico è invisibile, pensando al virus. Ma ce l’hanno gli occhiali? Non li hanno visti i lombardi precipitarsi nel panico (si salvi chi può!) verso il mar ligure? Quelli che a migliaia hanno assaltato nella notte i treni diretti a Sud? E domenica 8 marzo quelli ammassati sulla spiaggia di Boccadasse alla faccia dei decreti? E  quelli che svaligiano i supermercati? Di chi sono amici quelli? Pensano di salvarsi da soli?

Sul virus è meglio dire tutto (come ha fatto l’Italia, con totale trasparenza, quasi con ingenuità) o molto poco (come quasi tutti gli altri Paesi)? Adottare minimi provvedimenti qua e là, sperando magari nella bella stagione oppure intervenire con mano decisa senza troppo soffrire per le drastiche limitazioni da imporre? La prestigiosa rivista Lancet – una delle più lette al mondo da medici e ricercatori– dice che la seconda via è meglio. In Cina ha funzionato quella, perché non c’era tempo da perdere. Semplicemente.

Prevenzione, solidarietà, responsabilità: parole bellissime, si sposano bene tra di loro. E’ la prima volta, però, che, nella storia del nostro Paese, ne parlano tutti, non solo i camici bianchi, gli idealisti e i profeti. Era ora: un miracolo? Si sente parlare anche di SSN in ginocchio: lo era da tempo  in quanto per motivi di bilancio da anni si taglia in modo scriteriato personale, strutture, posti letto, acquisti ecc. Ora ecco le lacrime di coccodrillo, i rimedi affannati dell’ultim’ora. E si reclama eroismo agli operatori in trincea. Non si dovrebbe fare diversamente?

E’ davvero obbligatorio lagnarsi solo perché, ai tempi del virus,  per un po’, non possiamo stringerci la mano, baciarci e abbracciarci dovendo evitare ogni contagio? In alternativa non potremmo finalmente riscoprire l’arte gentile del sorriso che non ha mai contagiato nessuno se non col buonumore? Oppure riscoprire le lettere d’amore o di amicizia da spedire regolarmente avendo comprato di nuovo (se esistono ancora) i francobolli?

Da quanto tempo non stavamo a casa a ascoltare e a parlare coi nostri figli e nonni di qualunque cosa, scuola, sport, cinema? O a giocare con loro? Oppure a leggere poesie o addirittura a scriverle, senza copiarle da Internet? Da quanto non facevamo qualche passeggiata in campagna o in riva al mare soli soletti, o meglio con le persone che amiamo (sono poche, non è pericoloso)? E quanti secoli fa abbiamo  tentato qualche nuova ricetta in cucina per stupire noi stessi o gli amici (pochi anche quelli)?

Stanno anche nei laboratori, negli ospedali e nelle ambulanze: sono biologhe, ricercatrici (spesso precarie da anni), infermiere - come Elena di Cremona che per sfinimento si è addormentata al computer - e volontarie che senza sosta si danno da fare per aiutare malati e contagiati da COVID 19. E’ lo spirito di sacrificio di tantissime donne che non si fermano mai, da gennaio a dicembre. Il virus ora semplicemente le illumina. Quante di loro, l’otto marzo, invece della mimosa stringevano flebo, siringhe e provette? Diciamo la verità: è soprattutto grazie a loro che uno stupissimo virus a RNA non vincerà mai.