LA META’ PIENA di Atticus
diagnosi precoce dei tumori, assistenza sanitaria, assistenza psicologica ai malati oncologici e ai loro famil

CoL Centro oncologico Ligure diagnosi precoce dei tumori, assistenza sanitaria, assistenza psicologica ai malati oncologici e ai loro famil LA META’ PIENA di Atticus

LA META’ PIENA di Atticus

RISPARMIARE ENERGIA

Cos’hanno in comune quello studente che attraversa la strada fuori dalle righe senza guardare cosa succede intorno; e quella cassiera che tra uno scontrino e l’altro  dialoga con chissà chi senza nemmeno dirti ciao; e quel gruppo di giovani al bar sotto i portici maledettamente concentrati avendo ciascuno in una mano la sigaretta e nell’altra qualcosa di luminoso che da lontano fatico a riconoscere; e quell’infermiera che tra una flebo e l’altra impartisce istruzioni al figlio a casa che non vuole studiare preferendo i sofficini già pronti; e quella biondina che tornando a casa tardi dall’ufficio percorre il sordido tunnel accanto alla ferrovia con lo sguardo in basso senza guardare bene chi, bello o brutto, le viene incontro; e quel professionista distratto che si fa un bernoccolo contro il cartello che non s’è spostato di una virgola al suo passaggio; insomma tutte queste normalissime persone cos’hanno in comune? Stanno tutte armeggiando con un cellulare, parlando con lontani fantasmi su questioni non sempre di capitale importanza  e lo fanno  in luogo pubblico, come niente fosse. Spesso in situazioni - a dire il vero - che aguzzano l’ingegno: come lo tengo il cellulare per non farlo cadere o non cadere io o qualche altro sfigato? Ne ho avuto prova pochi giorni fa in un locale, dove un ragazzo, ignorando la sua bella tutta in tiro, è riuscito a mangiare la pizza con una mano sola avendo l’altra impegnata su un tablet. Cos’ha fatto? Ha ripiegato la 4 stagioni con metodo e facendola ondeggiare come un prestigiatore se l’è sbranata, letteralmente, un pezzo alla volta fino alla fine. Un numero da Circo Orfei, meritava un applauso, fossimo stati in effetti sotto un tendone. Peccato che la bella l’abbia guardato ben poco avendo lei stessa più interesse per il cellulare che per il giocoliere o la focaccia al formaggio. Sempre meglio, come spettacolo, di quelli che si morsicano nei talk show, con la scusa di conversare sui problemi del Paese: duelli belli e buoni, quelli. Ma sono alienazioni davvero distinte? Ormai Tv,  smartphone e social media sono, per forza di cose, mondi  interconnessi e si amplificano malignamente gli uni con gli altri, specie quando si tratta di calunnie e schifezze varie, creando un elettrizzante  fenomeno a macchia d’olio. Come fai a non ungerti? E’ un cerchio infernale, insomma. Piccola proposta, allora: perchè ogni tanto non spegnere tutto, per fare un po’ di silenzio o, se preferite,  solo per risparmiare, diciamo così, energia?

P.S. Poiché la verità ha tante porte, voglio segnalare che, al momento di chiudere la Newsletter, m’è capitato di leggere  l’articolo di un antropologo inglese, dedicato all’utilità dello smartphone per i malati terminali, spesso condannati alla solitudine e al silenzio. Pur non nascondendosi i rischi di “esclusione” che queste tecnologie comportano, l’autore, David Miller, descrive l’uso interessante che se ne può fare in certi contesti di cura, se si è capaci di “addomesticare” questi strumenti. Sono argomenti su cui vale la pena tornare.