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L’AGLIO, ALI’ BABA E L’ASCENSORE
Stiamo troppo seduti: sulle sedia o sui divani, in macchina o in ufficio, davanti al computer o sull’autobus. E camminiamo come vecchie lumache: bastano duecento metri e già sentiamo la nostalgia dell’ auto o dello scooter perché (ce la raccontiamo così)il tempo è denaro. E le scale? Peggio dell’aglio, da evitare in ogni maniera. Di conseguenza guardiamo l’ascensore come Alì Babà e i quaranta ladroni davanti alla caverna stracolma d’ogni ricchezza (apriti, sesamo!). Solo che, così facendo, ci rubiamo la vita da soli, un pezzettino alla volta, diventando piano piano più poveri di salute e di anni (l’ascensore, se guardi bene, porta solo giù). La pigrizia, alla fine, ha costi sociali elevatissimi, un po’ come la fretta che è la versione patologica del movimento. Questo dicono le Agenzie Internazionali che si stanno occupando dei benefici effetti dell’attività fisica, a partire dalla più grande, cioè l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità). E lo dicono anche alcuni studi recenti, pubblicati sulle riviste più lette e basati sulle casistiche più numerose. I risultati adesso sono sostanziosi e vanno presi seriamente. L’allarme non riguarda solo i Paesi ricchi, ma anche quelli del Terzo Mondo essendo la vita sedentaria una piaga a livello mondiale (gli esperti parlano di “pandemia”). Che fare? Rimanendo dalle nostre parti, non occorre necessariamente iscriversi a costose palestre e andarci tutti i giorni sudando per la fortuna di trainer o allenatori vari. Neppure è obbligatorio fare jogging all’alba quattro volte alla settimana o prepararsi alla maratona che ormai è di moda (guai se non ne hai fatta almeno una!) tutti firmati dalla testa ai piedi. Ciò che occorre, in generale, non sono le performance più o meno spavalde, ma aggiungere il movimento nella vita di ogni giorno, con costanza e tranquillità, vivendolo non come punizione, ma come chiave di autentico benessere. Chi pratica regolarmente attività fisica vive di più, si ammala di meno, dorme e respira meglio, ha intestino regolare, allontana le malattie del benessere (infarti e diabete, ad esempio), mantiene viva anche la mente con minor rischio di Alzheimer. Se guardiamo all’oncologia, poi, l’attività fisica riduce l’incidenza di diversi tumori funzionando come un potente strumento di prevenzione primaria, mentre negli ammalati che possono in qualche modo praticarla migliora la qualità della vita, potendo addirittura allungarla, come una vera e propria terapia. Insomma, chiamare l’attività fisica un elisir di lunga vita non si può, certo, ma può diventare un modo intelligente per sentirsi vivi, a lungo e con leggerezza. Cosa c’è di più bello?