LA META’ PIENA di Atticus
diagnosi precoce dei tumori, assistenza sanitaria, assistenza psicologica ai malati oncologici e ai loro famil

CoL Centro oncologico Ligure diagnosi precoce dei tumori, assistenza sanitaria, assistenza psicologica ai malati oncologici e ai loro famil LA META’ PIENA di Atticus

LA META’ PIENA di Atticus

ZERO, TRENTUNO E VENTIQUATTRO

Fa tenerezza e anche un po’ rabbia questa benedetta “Giornata mondiale senza tabacco” che si celebra il 31 maggio di ogni anno, senza che nulla cambi. Il poeta Guido Gozzano, fosse ancora tra noi, saprebbe scriverci su qualcosa di commovente e nostalgico, come meritano certi riti inconcludenti ma necessari che vanno comunque organizzati con convegni e articoli (neanche tanti) più o meno documentati e dolenti. La rabbia, invece - sempre restando alla realtà nuda e cruda - nasce dal fatto che il “nulla cambia” non è del tutto vero. È vero che, al di là delle lacrime per i morti e i sofferenti provocati dal tabacco, nulla si produce per contrastare un fenomeno così rilevante dal punto di vista sanitario, sociale ed economico. È falso, invece, se guardiamo il numero dei fumatori: questi, checché se ne dica, non accennano a diminuire come (a parole) si vorrebbe da tempo. Anzi, se guardiamo al mondo femminile – sempre più target privilegiato delle Multinazionali del Tabacco – le adolescenti fumatrici sono aumentate in Italia del 24%, come del resto si può verificare passando davanti a qualunque scuola superiore e costituisce, senza mezzi termini, una catastrofe del tutto ignorata. Davvero non si capisce perché il Ministero competente, invece di spendere milioni di euro per vaccinare le ragazzine contro i virus responsabili dei tumori del collo uterino (la cui incidenza e mortalità scende da anni nei Paesi ricchi) faccia pochissimo per prevenire i tumori fumo-correlati che stanno, invece, aumentando specie in alcuni sottogruppi di popolazione. Perché? Non solo, se occorrono politiche serie e coerenti, conviene puntare al cosiddetto “rischio zero” (realisticamente impossibile), come preferiscono le autorità sanitarie italiane, o al contenimento del rischio di malattia, come viene fatto in altri Paesi? Oggi, un po’ ovunque, gli occhi (e i portafogli) sono tutti puntati sui farmaci innovativi a favore di chi è già malato in fase avanzata. Di questi farmaci (non dei malati) s’è parlato anche all’annuale congresso degli oncologi americani, appena concluso a Chicago, avendo richiamato come sempre i maggiori leaders mondiali in questo campo: si tratta di prodotti molto interessanti per i meccanismi d’azione e le implicazioni biologiche, ma hanno alcuni difetti: 1. possono aumentare la sopravvivenza globale (che è quella che conta o dovrebbe) solo di pochi mesi, quando va bene; 2. hanno tossicità spesso molto rilevanti e sottovalutate sia dalle Multinazionali che li producono sia dai ricercatori che li sperimentano; 3. hanno costi insostenibili per i sistemi sanitari anche dei Paesi ricchi, che già tagliano i costi sia delle cure primarie sia di quelle ospedaliere (posti letto, numero di infermiere e medici ecc.). Non sarebbe meglio, allora – come scriviamo sempre -  la prevenzione? Oppure la realtà suona antipatica e va frequentata il meno possibile?

P.S. Una bella notizia, a onor del vero, va però segnalata: sempre più stabilimenti balneari qua e là stanno decidendo di vietare il fumo in spiaggia, per via dei mozziconi che inquinano gravemente sabbia e mare. Non solo: sempre più giovani ambientalisti fanno simpatiche scorribande per ripulire le spiagge dai prodotti da fumo e immondizie varie. Non è male: potremo andare al mare dovendoci preoccupare solo dei filtri solari, non di quelli king size!